Lockdown e adolescenti: quanto pesano le restrizioni sulla psiche?
Lockdown e adolescenti: le restrizioni hanno colpito duramente la psiche dei ragazzi. Come abbiamo letto in questi giorni, le strutture sanitarie in tutto il Paese stanno segnalando un aumento dei tentativi di suicidio tra i giovanissimi.
Quanto pesa la pandemia sui teenagers? Per quello che posso osservare nella pratica clinica quotidiana, pesa molto.
In tempi di restrizioni e lockdown, gli adolescenti non hanno prospettive, spazi di socialità, sfoghi. Queste difficoltà si manifestano psicopatologicamente con l’aumento di ansia e depressione, tentativi di suicidio, autoisolamento, difficoltà relazionali, disturbi psicosomatici, alterazioni dell’umore, disturbi del sonno e dell’alimentazione e l’elenco potrebbe continuare.
Perché gli adolescenti soffrono di più?
Da un lato gli adolescenti soffrono di più perché, oggettivamente, sono la categoria che ha subito la contrazione più forte degli spazi sociali.
Niente uscite con gli amici, niente sport, niente hobby e, molto spesso, niente scuola. Sono venute drasticamente meno le occasioni di relazionarsi con i pari e anche con gli adulti che non sono parte dello stesso nucleo famigliare.
Inoltre, i teenagers sono perfettamente in grado di comprendere i rischi della pandemia e sono esposti al continuo surplus mediatico.
Questa situazione in cui la famiglia diventa l’unico spazio di relazione, si innesta su un periodo particolare dello sviluppo della personalità.
L’adolescente è ribelle, ha bisogno di affrancarsi dai genitori, sta costruendo la sua indipendenza per trasformarsi in un adulto.
In questo frangente storico, i teenagers si ritrovano a non poter conquistare l’autonomia: un traguardo invece fondamentale per diventare adulti.
Non bisogna sottovalutare lo stress a cui sono sottoposti gli adolescenti. La dimensione ricreativa e dello svago è importante per qualsiasi individuo. Per i giovani lo è ancora di più, così come è più spiccata la necessità di costruire relazioni e sentirsi parte di una comunità. Inoltre, durante l’adolescenza cambia anche il corpo e si scopre la sessualità, altro tema cruciale per lo sviluppo della persona.
Oggi ai ragazzi sono negate quindi una serie di tappe biologiche e culturali fondamentali.
Isolamento e social network
Da anni si sente parlare di hikikomori, una psicopatologia che rinchiude i teenagers in camera, alle prese con i videogame. Non escono, non studiano, non lasciano la postazione da gamer se non per andare in bagno. Tante volte consumano i pasti davanti allo schermo.
Qualcosa di molto simile si sta espandendo a macchia d’olio tra gli adolescenti che vivono sempre connessi sui social. Queste piattaforme diventano gli unici luoghi di socialità che sfuggono al controllo della famiglia.
Da un lato, i like e i follow soddisfano il bisogno di approvazione e innescano il ciclo della gratificazione; dall’altro è però difficile oggi negare ai ragazzi anche questo svago.
Essendo piazze virtuali, i social network sono popolati da personaggi positivi e personaggi negativi.
Purtroppo è salita alle cronache la vicenda della bambina di 10 anni morta suicida per una sfida su Tik Tok.
I rischi dell’iperconnessione sono allora da un lato l’isolamento e le difficoltà a creare relazioni umane in presenza, dall’altro sono rischi reali, fisici, dovuti all’incapacità dei ragazzi di valutare il pericolo.
I genitori sono chiamati a una sfida davvero difficile ora, tra il lasciare ai ragazzi almeno uno spazio di socialità autonoma e vegliare sulla loro incolumità.
Lockdown e adolescenti: quando rivolgersi a un professionista
Se i ragazzi mostrano comportamenti asociali, o ansiosi, o depressivi in maniera spiccata e continuativa, rivolgersi a uno specialista è davvero consigliabile.
Come ho cercato di evidenziare, in molti casi non si tratta di banale “noia”, ma gli adolescenti sono effettivamente sottoposti a grandi privazioni in un momento delicato della loro vita psichica.
Non sappiamo per quanto tempo ancora la situazione permarrà e se i disagi psicosociali che ha provocato (che vanno ad aggiungersi a quelli preesistenti) saranno reversibili, arginabili o se lasceranno ferite difficili da sanare che ricadranno sulle future generazioni. Una cosa è certa: le richieste di aiuto stanno aumentando in maniera vertigionosa, il disagio e l’angoscia del vivere stanno diventando un fenomeno sociale/collettivo molto preoccupante.
Per questo è bene chiedere un consulto psicologico per aiutare gli adolescenti a guardare la propria situazione emotiva e di vita attuale con un occhio il più possibile lucido. L’aiuto del professionista serve proprio ad aiutarli a elaborare il periodo difficile e a trovare dentro di sé le risorse per affrontarlo in maniera equilibrata e funzionale.
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