//Le paure dei bambini: quali sono le più frequenti e come aiutarli ad affrontarle

Le paure dei bambini: quali sono le più frequenti e come aiutarli ad affrontarle


Paure bambini

Le paure dei bambini cambiano in base all’età, alle esperienze, alle fasi evolutive. Ad ogni periodo dell’infanzia e dell’adolescenza, dunque, corrispondono timori specifici e questa evoluzione continua durante tutto l’arco della vita.

I genitori hanno un ruolo importante nell’aiutare i piccoli ad affrontare e superare le paure, senza che si trasformino in veri e propri disagi che compromettono la qualità della vita.

Timore degli estranei

La prima paura che i bambini sviluppano attorno ai sei mesi di vita è la paura degli estranei. Questo timore è il primo a comparire, perché i piccoli imparano a distinguere tra essi stessi e gli altri e tra i volti familiari e i volti sconosciuti.

In questa fase, dunque, trovarsi con persone che non si conoscono spaventa i piccoli, che manifestano la loro paura con:

  • l’attaccamento fisico ai genitori
  • il pianto in presenza di estranei
  • proteste, spesso scambiate per capricci, se la mamma si allontana.

La paura della separazione, dell’abbandono e della morte

La paura della separazione si manifesta spesso nel corso delle tappe evolutive dei bambini. Generalmente la prima crisi avviene attorno al primo anno di età: il piccolo impara a gattonare, si “allontana” dai genitori,  sperimenta il mondo intorno a sé e con esso l’ansia del nuovo e della separazione dalle figure che lo fanno sentire protetto.

Altri momenti e fasi in cui questa paura tipica dei bambini può riacutizzarsi sono l’ingresso al nido, l’ingresso a scuola o l’essere lasciati alla “tata”quando la mamma deve andare al lavoro.

La paura della separazione diventa la paura dell’abbandono, finché il bambino non sarà in grado di interiorizzare il concetto che si tratta di una separazione temporanea e che la mamma (o la figura stabile di accudimento) tornerà.

La paura della morte (dai sei agli otto anni) compare quando il bambino riconosce un nesso tra invecchiamento, malattia, morte e capisce che il “morire” non è cosa temporanea, ma un fatto  irreversibile e inevitabile.  Se il piccolo sperimenta la perdita di un familiare a cui è affezionato, ad esempio di un nonno o anche di un animale da compagnia, può sviluppare una paura molto intensa ed essere terrorizzato di perdere anche  altri affetti.

Il buio e i mostri nell’armadio

Altre paure diffusissime nell’infanzia sono la paura del buio e dei mostri che, generalmente, popolano proprio i posti non illuminati. I bambini sviluppano queste paure quando hanno assunto una piccola autonomia, grazie al controllo degli sfinteri, alla sicurezza nel camminare e ad allontanarsi. A questa autonomia corrisponde la paura dell’ignoto, del “non conosciuto”.

Il buio è ciò che rende tutto “nuovo” e “irriconoscibile”, per questo genera timore e si popola di mostri, di streghe, di fantasmi e figure minacciose.

I bambini che hanno paura del buio, ad esempio, chiedono di dormire con i genitori, anche con crisi di pianto prolungate e inconsolabili.

Le paure dei bambini non vanno sottovalutate: ecco perché

Le paure dei bambini non vanno sottovalutate, perché se non vengono affrontate al momento opportuno potrebbero trasformarsi in disagi importanti e disfunzionali, durante la crescita e una volta adulti.

I genitori, allora, possono aiutare i bambini ad affrontare i loro timori. Come? In primo luogo venendone a conoscenza, comprendendoli e aiutando i piccoli a razionalizzarli.

Ecco alcuni consigli per i genitori per aiutare i bimbi a elaborare le paure:

  • chiedere al bambino di verbalizzarle, raccontarle, disegnarle: quando vengono comunicate, le paure si ridimensionano;
  • non deridere il bambino e non farlo sentire “solo” nelle sue paure: meglio mettersi all’ascolto di suoi timori, comprenderne le cause e rassicurare;
  • non stimolare le paure. Ad esempio andrebbero evitate frasi del tipo “Se non fai il bravo, arriva l’uomo nero” e espressioni simili;
  • essere un porto sicuro e dare ai bambini la certezza della propria presenza e del proprio amore.

Se le normali paure infantili impediscono al bambino di vivere la socialità ed evolvere nel suo percorso di crescita, allora è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo professionista che possa aiutare i genitori e il figlio a superare le inquietudini, le ansie, le angosce che, spesso, mettono in crisi tutto il sistema familiare e le relazioni sociali. 


Contatti della dott.ssa Ada Antonelli


L’articolo contiene informazioni generali e non sostituisce il consulto del professionista.