//Insegnare a scrivere: perché è meglio con carta e penna

Insegnare a scrivere: perché è meglio con carta e penna


insegnare a scrivere

Insegnare a scrivere è un compito a cui sono chiamati gli insegnanti e al quale collabora anche la famiglia. Un ruolo difficile, dal quale dipende molto del futuro dei bambini. Nell’era digitale, la scrittura è un’azione meccanica che consiste nel pigiare i tasti sulla tastiera o su un touch screen: una funzione puramente tecnico/ linguistica.

Eppure, sebbene non ci siano certezze scientifiche in senso stretto, pare proprio che la scrittura a mano sia molto vantaggiosa per lo sviluppo cognitivo dei bambini.

Perché insegnare a scrivere a mano

Le mani hanno la funzione di metterci in contatto con il mondo esterno attraverso il tatto. Questo senso gestisce informazioni sullo spazio e sulla forma delle cose che ci circondano. Proprio questa sensibilità fa sì che la scrittura a mano attivi molte più aree del cervello rispetto a quella digitale. 

Le mani controllano la geometria del foglio, aggiustandone il posizionamento. Inoltre ricevono informazioni sulla pressione da esercitare per scrivere, per afferrare la penna, sulla texture della carta, della matita e di tutti gli strumenti coinvolti nel processo di scrittura.

Sono molte le aree del cervello interessate e gli stimoli sensoriali, motori, linguistici e cognitivi si moltiplicano.

Ora, non è certo se imparare a scrivere utilizzando da subito gli strumenti digitali abbia un effetto negativo sullo sviluppo cognitivo dei bambini, ma diversi studi hanno messo in luce i vantaggi della scrittura a mano.

I vantaggi di utilizzare carta e penna

Perché dunque insegnare a scrivere con carta e penna, quando si possono usare tablet, pc o smartphone? La risposta è nei tre principali vantaggi che si ricavano dalla scrittura manuale:

  1. Innanzi tutto scrivere a mano attiva tante aree cerebrali soprattutto deputate alla memoria e al controllo spaziale. In questo modo, le parole e le lettere scritte con carte e penna vengono ricordate più facilmente rispetto a quelle battute sulla tastiera, con vantaggi sullo sviluppo della funzione della memoria;
  2.  la scrittura a mano favorisca un pensiero più complesso, dal momento che i testi non vengono pensati come un sequenziamento di lettere, ma per unità di senso: parole, frasi, periodi. La proprietà di linguaggio e di sintassi va sempre di pari passo con la proprietà di formulare pensieri e riflessioni complessi. Queste capacità rendono anche il bambino più abile nel comprendere una lettura o un discorso;
  3. La presenza di correttori automatici e suggeritori di parole tipica dei software di pc, tablet e smartphone elimina la possibilità di sbagliare. Invece, scrivere a mano vuol dire anche allenare le competenze ortografiche e grammaticali.

La scrittura e lo sviluppo psicologico

C’è un ultimo aspetto su cui vale la pena soffermarsi: il rapporto tra la scrittura a mano e lo sviluppo psicologico dei bambini.

Imparare a scrivere a mano, con la propria unica e inimitabile calligrafia, aiuta il bambino a non omologarsi, soprattutto nel contesto di una società che spinge a replicare individui simili tra loro.

L’atto di scrivere a mano può essere invece una spinta a trovare il proprio marchio distintivo, la propria firma originale. Sapersi distinguere dalla massa è una competenza che va allenata sin da piccoli e che porterà frutto in età adulta.

Il ruolo dello psicologo in questo caso è anche quello di informare e comunicare i rischi della troppa omologazione e la bellezza invece di un mondo vario, in cui ciascun individuo manifesta il proprio carattere e le proprie diversità, anche nella grafia.

Per info e appuntamenti contatta la psicologa dott.ssa Ada Antonelli.

Questo articolo contiene informazioni generali e non sostituisce il consulto di un professionista.