Il pensiero critico ovvero ragionare con la propria testa
Il pensiero critico è la capacità di pensare con la propria testa, di non seguire l’opinione comune e di usare la razionalità per prendere posizione sulle cose. Criticare infatti vuol dire “analizzare razionalmente qualcosa”, non demolire o offendere.
Nell’era di Internet è sempre più facile diffondere opinioni e con i social gli scontri tendono a polarizzarsi. Lo osserviamo costantemente nel dibattito pubblico su temi più o meno importanti.
Eppure, ragionare con la propria testa e sotto la guida dei “lumi della ragione” è ancora una prerogativa indispensabile per orientarsi in un mondo sempre più complesso e tra persone che presentano tante diversità.
Cosa frena il pensiero critico
I fattori principali che frenano il pensiero critico sono quattro.
- Bias dimensionali
- Bias cognitivi
- Bias culturali.
Approfondiremo tra poco questi aspetti.
Il quarto fattore è propriamente biologico. Eseguire ragionamenti complessi richiede un dispendio energetico importante per il cervello che invece tende a fare economia delle proprie risorse. Il pensiero critico, infatti, attiva un’area cerebrale nota come corteccia prefrontale, che presiede alle attività razionali. Questi processi richiedono un alto consumo di glucosio, il carburante delle cellule del cervello, anche di quelle che adempiono alle attività di base che ci tengono in vita.
I bias del pensiero
Abbiamo nominato i bias tra i “nemici” del senso critico. Bias vuol dire errore di procedimento.
I bias dimensionali dipendono dal contesto in cui si vive: in queste “bolle” arrivano solo alcune informazioni filtrate. Possono essere bolle il Paese di provenienza, la famiglia, il quartiere, la scuola.
Anche sui social network ci imbattiamo in bias di questo tipo: quanto più ricerchiamo un certo tipo di contenuti, tanto più riceviamo lo stesso tipo di input finendo per ritrovarci in una bolla ristretta di informazioni sulle quali costruiamo un giudizio e un senso critico.
I bias cognitivi sono veri e propri “errori” di pensiero: comprensione, ragionamento, riformulazione di un’idea, interpretazione di un fatto. Tutti compiamo errori cognitivi.
Esistono infine i bias culturali che sono indotti dalla cultura di provenienza che orienta il pensiero e il giudizio. La famiglia, la religione, le abitudini, l’istruzione hanno un impatto determinante sul nostro modo di interpretare il mondo.
Come sviluppare il pensiero critico e rompere la bolla
Per rompere la bolla e sviluppare il pensiero critico è necessario fare esperienza del diverso.
Ripensare la propria posizione rispetto ai fatti senza cedere al relativismo assoluto che porta, ad esempio, al complottismo, aiuta a prendere coscienza delle diverse sfumature della realtà.
Leggere, studiare, viaggiare, conoscere sono le vie per aprire la mente. Questo atteggiamento aiuta a sviluppare l’empatia verso le altre persone e a comprendere le motivazioni di atteggiamenti, opinioni, azioni ed eventi. Indubbiamente, “aprire la mente” è molto più faticoso, anche per il cervello, che accettare passivamente un pensiero imposto o prescritto dalla cultura o dal contesto sociale.
Però solo così si può allenare un atteggiamento “critico” e cioè “ragionevole”, che crea un’opinione personale sulle cose, ma sospende il giudizio sulle persone.
—