Mens sana in corpore sano. Il parere della psicologa
“Mens sana in corpore sano”, ovvero una mente sana in un corpo sano, è uno dei più famosi detti latini. Già nel I secolo d.C. si supponeva che una mente serena, libera e equilibrata e un corpo sano, forte e resistente andassero di pari passo. Oggi sappiamo dalla scienza che non sbagliavano.
Il rapporto che lega la mente al corpo è fitto e complesso e non esiste salute del corpo senza la salute della mente. Uno degli aspetti più famosi e indagati è quello dello stress, che è capace di influenzare il sistema immunitario in positivo o in negativo.
Mente sana e corpo sano: c’è un legame biologico
Nella mia attività clinica di psicologa ho osservato spesso quanto i pensieri, talora inconsci, influenzino l’instaurarsi e il decorso di una malattia o di un disturbo fisico più o meno grave. I pensieri danno poi luogo a a una visione della vita positiva o negativa che favorisce gradualmente la guarigione o, viceversa il persistere della malattia.
Talvolta si tratta solo di far leva sulla capacità a trovare le motivazioni per reagire e lottare, altre volte però il rapporto è molto più difficile da spiegare, ciò che conosciamo ancora della nostra mente e del suo grande potere è in gran parte sconosciuto.
Il legame tra la testa (il cervello) e il corpo è biologico. Gli stimoli esterni sono filtrati dal corpo e raggiungono il cervello, che produce una risposta che si ripercuote di nuovo su tutto il corpo, inducendo la produzione di ormoni e sostanze che si liberano nel sangue.
Questo avviene ad esempio al nostro sistema immunitario, quando entriamo in contatto con un virus o un batterio. Ma la stessa cosa succede quando siamo sottoposti a sollecitazioni che ci stressano. Il cervello produce una serie di ormoni come il cortisolo e l’adrenalina che influiscono sul sistema immunitario: per questo lo stress può farci ammalare o, in altri casi, può rafforzare le nostre difese.
Lo stress fa bene o fa male alla salute?
Secondo alcuni studi, di solito uno stress breve e improvviso, una scarica di adrenalina, legata a un evento che non ha ripercussioni nel futuro immediato, è positivo per il sistema immunitario. Si tratta di una reazione legata all’evoluzione: in tempi remoti, i nostri antenati provavano stress simili quando si preparavano a combattere. Il cervello dava al corpo il segnale di iniziare a predisporre il sistema immunitario per agire sulle eventuali infezioni legate alle ferite che ci si stava per procurare. Questo stress a breve termine stimola il sistema immunitario e lo allena e potrebbe rivelarsi positivo.
Uno stress prolungato, invece, può essere nocivo, specie se costringe il soggetto a rivedere i propri schemi, la propria identità, il proprio ruolo. Ne sono esempi i traumi che provocano disabilità improvvise e permanenti, le malattie da affrontare, le rotture tra partner, i lutti…
In questo caso il cervello può produrre input scorretti che sovrastimolano il sistema immunitario o lo sopprimono. Ad esempio, sappiamo per certo che la depressione maggiore è un fattore di rischio per lo sviluppo di numerose patologie fisiche e che spesso si accompagna a uno stato di immunosoppressione.
Dalla mente al corpo, dal corpo alla mente
Se la depressione, l’ansia, un forte stress hanno ripercussioni sul corpo, è anche vero il contrario. In casi, per fortuna rari, un’infezione legata a virus o batteri può intaccare le cellule cerebrali e provocare disfunzioni del comportamento. Ad esempio questo avviene con la sindrome di Tourette.
La scienza non ha ancora una risposta univoca sul rapporto tra corpo e mente, ma tutto sembra confermare il detto mens sana in corpore sano. Queste due facce della stessa medaglia non andrebbero mai considerate come “cose” separate. Per lo stesso motivo, ad esempio, è utile affrontare un trauma, una patologia o una disabilità affiancando alla terapia medica quella psicologica.
Con un percorso di psicoterapia si può intervenire per ristabilire un rapporto equilibrato tra il corpo e la mente. Da un lato si può agire sui disturbi psicologici che possono avere ripercussioni fisiche, dall’altro si può intervenire per ridurre l’impatto di una situazione stressante, riducendo anche il rischio di deficienze immunitarie. Purtroppo, invece, non è possibile annullare l’effetto di un’infezione batterica o virale che colonizzi il cervello danneggiando le cellule.
Il ruolo dello psicologo, però, è in ogni caso quello di aiutare il paziente a trovare una chiave di lettura diversa, a sviluppare strategie di resilienza allo stress, a modificare la percezione degli eventi e a stimolare atteggiamenti e comportamenti funzionali e propositivi. Si tratta di un allenamento, un percorso talvolta duro, che però alla lunga può contribuire a modificare gli input e gli output reciproci tra il corpo e la mente, perché, come ho detto, questo rapporto è biunivoco e molto, molto profondo.
Questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di uno specialista.
Per info e appuntamenti, contatta la psicologa dott.ssa Ada Antonelli