Mentire: lo facciamo tutti, ma…
Mentire è un atto che facciamo tutti, in misura variabile. C’è chi distingue tra bugie dette a fin di bene, bugie tout court e chi cerca di essere più intransigente. Ma chi, almeno una volta, non ha detto una bugia?
Il punto è che l’atto di mentire coinvolge diverse sfere della nostra personalità. Impariamo a farlo fin da piccoli. Sul piano sociale, la menzogna può arrivare a provocare enormi squilibri politici. Sul piano individuale, si può trasformare in una patologia.
In questo articolo indaghiamo le origini del mentire e il modo in cui apprendiamo come dire bugie sempre più complesse.
Infine, cercheremo di distinguere i tratti riconoscibili del bugiardo patologico.
Perché diciamo bugie?
Molti filosofi si sono interrogati sul perché diciamo bugie. Sant’Agostino la riteneva una questione oscura, tanto da dedicarvi un intero trattato. Per Rousseau, la bugia è tale solo quando si è consci di mentire. Del resto, non consideriamo mentire un’affermazione erronea detta per ignoranza o in buona fede. Uno dei motivi del mentire può essere individuato nel rifiuto del mondo. La bugia è un atto creativo, che plasma una realtà diversa.
Sul piano psicoanalitico, mentire vuol dire manipolare l’altro. Manipolare è possedere parte dell’altra persona. La bugia potrebbe essere così considerata una sorta di sublimazione erotica, soprattutto per soggetti con personalità narcisistica. A trarne giovamento è il proprio ego.
Forse, però, mentiamo perché nel corso dell’evoluzione biologica e sociale abbiamo dovuto imparare a farlo. I bambini apprendono presto dagli adulti a dire bugie via via più complesse.
Come impariamo a mentire
La bugia fa capolino non appena l’abilità verbale del bambino è tale da consentire di usare la parola per creare ex novo.
Fino a quando l’infante usa la parola solo per descrivere la realtà e soddisfare bisogni primari (mamma, papà, acqua, latte ecc) non è in grado di mentire. A mano a mano che il linguaggio si evolve, anche il pensiero diventa complesso e iniziano i primi inganni.
Le bugie dei bambini sono semplici e innocenti. A volte le dicono per gioco, per trarne divertimento o come esercizio creativo. Fino ai 3 anni è difficile per un bambino comprendere che può mentire per ottenere un vantaggio.
Con lo sviluppo dell’età evolutiva, già attorno ai 4 anni, i bambini realizzano che possono ottenere molti benefici con una bugia ben congeniata. Mentire diventa uno strumento per ottenere un premio (attenzioni, doni, cibo ecc).
Quando mentire è patologico
Se tutti mentono, alcune persone non riescono a farne a meno. I soggetti con questo disturbo sono definiti “bugiardi patologici”. Hanno alcuni tratti distintivi riconoscibili:
- sono emotivamente distaccati dagli altri;
- mentono anche quando non è necessario, sapendo di mentire;
- manipolano gli altri;
- seducono l’interlocutore e sono moralmente disinibiti;
- non accettano critiche;
- credono che tutto gli sia dovuto;
- non provano rimorsi per le loro bugie e le loro manipolazioni.
Si tratta spesso di persone che soffrono di disturbi psicologici diagnosticabili, come il narcisismo o alcune forme di disturbo ossessivo-compulsivo.
I bugiardi patologici mentono agli altri e a se stessi con la stessa disinvoltura. Esiste una cura? La psicoterapia in genere aiuta in questi casi, perché aiuta a individuare le cause del comportamento e a correggerlo.
In questo si disvela anche il potere delle parole che possono essere utilizzate sia per mentire, sia per risanare il bisogno patologico di dire menzogne.
Se tutti mentono, del resto, il bugiardo patologico può rovinare la vita sua e delle persone che gli stanno accanto. Per uscirne, o imparare a gestire l’impulso, deve però riconoscere il problema ed essere motivato a risolverlo.
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