Relazioni sociali: perché abbiamo bisogno degli altri?
Le relazioni sociali possono davvero renderci felici e farci vivere più a lungo. Per riuscire in questo, devono essere relazioni sane e reciproche. Anche la scienza ha dimostrato che avere legami affettivi solidi e durevoli incide positivamente sulla salute, a tutte le età.
Indubbiamente abbiamo bisogno degli altri. Ma perché?
Gli effetti delle relazioni sociali sulla salute fisica e psichica
I legami sociali sani migliorano la nostra salute fisica e psicologica sotto diversi aspetti. Innanzi tutto, chi ha buone relazioni sociali tende a dare alla propria vita un senso e uno scopo. Inoltre, ha una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni ed è più protetto dagli effetti dello stress. Stare in buona compagnia migliora il tono dell’umore e mette in circolo i cosiddetti ormoni della felicità: endorfine e dopamina. Anche nelle sfide della vita, avere accanto qualcuno che ci dà coraggio e sostegno fa la differenza.
Questo bisogno lo avvertiamo sin dal principio. Già da neonati abbiamo bisogno di stabilire legami affettivi immediati per avere un corretto sviluppo fisico e psichico. Per questo, il contatto tra il neonato e i genitori è ormai consigliato anche dai medici.
L’abbraccio scalda il bambino, lo tranquillizza e lo porta ad avere lo stesso ritmo di battiti e di respirazioni del genitore. In questo modo, il piccolo impara progressivamente a gestire le emozioni. L’amore materno e paterno, espresso anche attraverso il corpo, col tempo renderà autonomo il piccolo.
Dipendere gli uni dagli altri in modo sano
Le relazioni e i legami sono parte integrante della nostra storia biologica: il vivere insieme ha orientato l’evoluzione della nostra specie. Per questo dipendiamo gli uni dagli altri e abbiamo bisogno di instaurare relazioni affettive significative.
Ci sono tre modi di affrontare questo bisogno.
- L’indipendenza.
- La dipendenza negativa.
- L’interdipendenza positiva.
Indipendenza: autonomia sì, ma nessuno si salva da solo
L’indipendenza talvolta è una condizione buona e necessaria. L’adulto che diventa indipendente dai genitori e compie le sue scelte adempie a un normale step della crescita dell’individuo. Alcune persone sono in grado di compiere le loro scelte serenamente, a prescindere dalle pressioni sociali e dal giudizio di chi hanno intorno.
D’altro canto, però, essere autonomi non significa essere sciolti da qualsiasi legame. La società oggi spinge all’indipendenza e all’essere “per se stessi”. Portare avanti i legami affettivi anche nei periodi difficili può essere considerato un impegno troppo oneroso in una “società liquida”. Inoltre, chi non ha alcun tipo di affetto o relazione familiare, affettiva o amicale potrebbe nascondere dei disturbi della personalità.
Dipendenza e co-dipendenza: la paura di essere abbandonati
La dipendenza negativa si realizza quando in una relazione una persona si sente dipendente dall’altra. Oppure, entrambe sono co-dipendenti. Questa condizione si basa sulla paura di restare soli, sull’insicurezza, sul timore dell’abbandono. Un timore talvolta tanto forte da trasformarsi in sottomissione oppure in richieste continue di attenzioni e di cure.
Le relazioni sociali di questo tipo creano il terreno fertile per le manipolazioni da parte di soggetti narcisisti. Non si tratta di un legame affettivo sano, dal momento che non è libero, ma risente del condizionamento di un ricatto affettivo (reale o percepito).
Interdipendenza positiva: ognuno porta valore nella vita dell’altro
L’interdipendenza positiva consiste invece nell’accettare i propri limiti e quelli dell’altro e nel costruire un legame basato sulla libertà. Accettare un legame interdipendente vuol dire riconoscere il valore che l’altra persona porta nella nostra vita e viceversa.
Chi riesce a instaurare relazioni di questo tipo ha raggiunto la sicurezza di sé e realizza pienamente il concetto di affetto, amore, amicizia.
Come migliorare le relazioni sociali
Come abbiamo visto, uno degli aspetti che ci impediscono di instaurare legami di interdipendenza positiva è la paura. Sia l’indipendenza a tutti i costi, sia la dipendenza affettiva trovano il loro fondamento nella paura del rifiuto, del fallimento, della solitudine.
Chi evita di costruire legami, evita il rischio che essi comportano; chi si sente troppo debole per restare solo, tende a sottomettersi o a soffocare l’altro con richieste d’affetto.
Il modo per migliorare le relazioni sociali, allora, è comprendere che cosa ha generato questa paura. Di solito, nasce nell’infanzia e nella famiglia di origine. I percorsi di psicoterapia o di counseling possono sciogliere questi nodi affettivi.
La persona che sta bene con se stessa, invece, è autonoma (ma non indipendente per forza) ed è conscia del proprio valore. Significa quindi che è in grado di accettare l’interdipendenza.
Per avere migliori relazioni sociali, dobbiamo riconoscere che abbiamo bisogno degli altri e correre tutti i rischi del caso. Le relazioni sociali di tutti i tipi possono trasformarsi in delusioni cocenti: litigi con i propri familiari, amori finiti, amicizie spezzate.
Se accettiamo il rischio, però, possiamo ottenere i grandi benefici che esse comportano per la nostra salute psichica e fisica. Un legame di interdipendenza affettiva positiva richiede impegno e lealtà. Va curato, sostenuto e protetto. La nostra specie è stata progettata proprio per questo.
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