La bulimia è un sintomo e, come tale, ha anch’essa una causa soggettiva. La bulimia si manifesta con l’incapacità della persona a controllare la voglia di mangiare. La perdita del controllo del “cibo” in risposta a un problema interno, a un disagio psichico profondo, fa sì che il cibo assuma un fascino irresistibile, ed essa finisce per abbuffarsi.
La persona bulimica, poi, si sente in colpa per aver mangiato ed è frequente che si auto-induca il vomito per “riparare” al proprio errore. L’incomprensione, l’umiliazione e forti sentimenti di vergogna a cui spesso si sottopongono le persone sovrappeso, si aggiungono al loro fardello di disperazione. Anche le conseguenze fisiche sono, spesso, devastanti e includono obesità e rischi per la salute come malattie cardiache, infarto, ictus, ipertensione, colesterolo alto, diabete, artrite, deterioramento osseo, malattie del fegato, malattie della colecisti, malattie renali o insufficienza renale.
Sia nel caso dell’anoressia sia nel caso della bulimia, il cibo assume un ruolo esclusivo e centrale che tocca ogni aspetto della vita dell’adolescente, si impossessa del corpo e della psiche e tende a cronicizzarsi pericolosamente con il rischio di compromettere l’intera vita di una persona.