Natale nel Metaverso? No grazie
Il Metaverso stenta a prendere quota, forse anche per via di una certa resistenza da parte degli utenti ad entrare “a gamba tesa” in un mondo virtuale parallelo, del quale conosciamo pochi aspetti.
Anche questo Natale, quindi, sarà fuori dal Metaverso. Un periodo dell’anno particolare, nel quale vale la pena ricordare che cosa ci rende davvero umani e non robot.
Metaverso: un mondo organizzato dai dati
A partire dagli anni ‘90 internet è entrato nelle nostre vite quotidiane. Dapprima come strumento di
ricerca di notizie e informazioni, poi, sempre di più, come presenza che permea ogni aspetto della nostra vita privata, lavorativa e soprattutto relazionale.
Interessi, chat, messaggistica, streaming di film e serie TV, acquisti, liste della spesa, dati biometrici, ricerca di un partner. Tutto passa per la rete e informa le grandi aziende dei nostri gusti, delle nostre preferenze e delle nostre abitudini.
Il Metaverso, apoteosi della realtà virtuale, si propone come un mondo digitale e virtuale regolato dai dati. Il contesto attorno all’utente e le relazioni sociali che si intessono in questo metamondo sono soggetti ad analisi e a previsioni che siamo sempre più capaci di soddisfare e raggiungere gli obiettivi pensati da “pochi”, ai vertici della finanza, del potere economico e non solo.
Non si tratta di demonizzare la rete, il digitale o la tecnologia: si tratta semplicemente di ricordare di trattarli come strumenti nelle nostre mani, e non viceversa.
Mondo reale: le persone oltre i dati
Le persone sono “unità” ben più complesse e imprevedibili di quanto i dati possano raccontare. Anche raccogliendo tutte le informazioni su una persona, non potremo mai essere in grado di prevedere con esattezza i suoi comportamenti futuri.
Shakespeare diceva che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Sicuramente siamo fatti di materia irrazionale, di emozioni, di passione, di intuito. Di ragioni che la ragione ignora.
Tutto questo trova poco spazio nel mondo digitale e potrebbe trovarne ancora meno nel metaverso. La perfezione, l’ordine e la logica che appartengono all’informatica e all’analisi sono quanto di più distante ci sia rispetto al cuore umano.
Le nostre relazioni e le nostre decisioni scorrono su binari complicati, in un continuo intreccio fra ragione e sentimento. Le nostre abitudini dicono molto su di noi, ma abbiamo sempre la capacità di fare una scelta disattesa, anche quando le previsioni più logiche direbbero il contrario.
Natale: un periodo in cui siamo più inclini all’irrazionale
Natale è un periodo dell’anno particolare, a prescindere dalla fede religiosa. La nostra cultura gli attribuisce un potere magico, taumaturgico, in cui le famiglie si riuniscono e gli affetti diventano il centro della vita quotidiana. Le storie di Natale, anche quelle più smaccatamente commerciali, sono permeate di buoni sentimenti. Al contempo, molte persone durante le feste soffrono del Christmas Blue, una sorta di malessere emotivo e di tristezza, legata soprattutto agli aspetti meno soddisfacenti della nostra vita, alla mancanza degli “assenti” e a quella di persone care che non ci sono più.
Dietro i regali, le lucine e le carte patinate, il Natale ci mette di fronte alla nostra natura più puramente umana, fragile, emotiva e irrazionale.
In questo contesto, il mondo rigidamente regolato dai dati del Metaverso potrebbe trovare spazio?
Riuscirà a prendere piede e a sostituire definitivamente la componente emotiva nelle relazioni umane, o questa volta saremo disposti a resistere, come non abbiamo fatto con l’avvento prepotente dei social?