Buoni propositi per il 2023
Quello che ci lasciamo alle spalle è stato un anno difficile. L’ultimo di una serie, contrassegnato da
problemi di salute, di diritti umani, spesso, disattesi e calpestati, di cambiamenti climatici, guerre,
povertà, di cui non si intravede la fine.
In questo scenario, complicato e triste, che sembra privarci della speranza, quali possono essere i buoni
propositi per il 2023?
La consapevolezza di sé
Il primo buon proposito potrebbe essere quello di acquisire sempre più consapevolezza di sé. Una
consapevolezza che affonda le sue radici nell’infanzia e che è difficile da raggiungere per chi non è stato
amato, oppure è cresciuto in una famiglia disfunzionale. Tuttavia, anche da adulti è possibile recuperare
la giusta autostima, raggiungere la consapevolezza di sé, dei propri limiti e delle proprie fragilità, ma
anche delle proprie qualità e delle proprie risorse, attraverso un “viaggio” interiore alla ricerca della
propria identità.
Può essere faticoso, ma ne vale la pena. Quando acquisiamo la consapevolezza di “chi
siamo”, instauriamo relazioni affettive e lavorative migliori e riconosciamo le nostre potenzialità nel
contesto in cui operiamo. Questo ci rende persone più soddisfatte e più saldamente ancorate alla realtà,
capaci di scegliere le battaglie da combattere e di lasciare andare ciò che non possiamo controllare e
che ci fa del male.
La com-passione
La seconda cosa su cui potremmo lavorare nel 2023 è la com-passione, nel senso etimologico di
“soffrire con” qualcuno. La compassione è il sentimento che ci rende umani e che ci permette di leggere
nel cuore degli altri senza giudicare. Una competenza emotiva della quale abbiamo enorme bisogno in
un periodo storico caratterizzato da conflitti e disuguaglianze, dalla polarizzazione e dallo scontro
violento quando si hanno opinioni contrastanti.
Ma com-passione è anche provare tenerezza verso noi stessi, i nostri errori, le mancanze e gli sbagli.
Prima di imparare a non giudicare gli altri, è necessario imparare a non giudicare noi stessi. In questo
caso la compassione è la via maestra per raggiungere la serenità e adottare comportamenti
funzionali.
Un nuovo umanesimo
Il terzo proposito è la somma dei primi due: diffondere un nuovo umanesimo, incentrato sull’empatia, che
nasce dalla consapevolezza di “noi” e si diffonde agli altri attraverso la com-passione. Smettere di
considerare le persone come dati, informazioni, numeri e corpi, ma riconoscerle anche negli aspetti più
prettamente emotivi, irrazionali, umani. Capirne e accettarne i pregi, i difetti e i limiti.
Di questo abbiamo davvero bisogno come antidoto ad una realtà sempre più conflittuale e a relazioni
umane fortemente regolamentate dai dati e dall’iper-scientificizzazione dell’Uomo.
Ancora in tempo
Il mio libro “Ancora in tempo” edito da Albatros, affronta proprio questi tre temi, attraverso la narrazione
delle storie dei miei pazienti. Lo trovi in libreria e online.