Dipendenza dal fumo: come si sente il fumatore senza sigaretta
La dipendenza da fumo di sigaretta è paragonabile a quella di altre sostanze che danno assuefazione: alcool, droghe, ma non solo. Esistono dipendenze non strettamente legate a sostanze chimiche, come per esempio la ludopatia o la dipendenza da social network, sempre più diffusa. Infine, ci sono anche vere e proprie dipendenze affettive.
In occasione della proposta di legge sta per vietare di fumare anche all’aperto, sia sigaretta tradizionali che sigarette elettroniche, spieghiamo:
- che cos’è una dipendenza;
- perché la sigaretta provoca questa condizione;
- come si sente il fumatore quando non può soddisfare il suo desiderio.
Come funzionano le dipendenze?
C’è un meccanismo che è comune a tutte le dipendenze, siano esse da sostanze chimiche, da tecnologia o emotive.
Soddisfare il desiderio di una di queste cose stimola la produzione di dopamina nella corteccia cingolata anteriore, -un’area del cervello che ci fa sentire motivati a compiere un’azione e rinforza il nostro comportamento, anche quando è dannoso.
La dopamina alimenta il cosiddetto sistema di ricompensa: genera una sensazione di benessere nel cervello, che associa la sovrapproduzione di dopamina ad un determinato comportamento, come per esempio l’assunzione di nicotina.
Perché si diventa dipendenti dal fumo di sigaretta?
La dipendenza da sigaretta è più propriamente una dipendenza dalla nicotina, una sostanza chimica contenuta nel tabacco. La nicotina ha la capacità di migliorare il tono dell’umore, stimolando proprio la produzione della dopamina e di altri neurotrasmettitori che suggeriscono al nostro cervello che stiamo vivendo un’esperienza positiva.
Quando fumare diventa un’abitudine, la diminuzione del livello di nicotina in circolo crea malumori e insofferenze. Questo attiva la dipendenza.
Il nostro cervello “emotivo” viene ingannato a tal punto da ignorare il cervello razionale, che invece è consapevole dei danni che il fumo provoca alla nostra salute, a quella delle persone attorno a noi e all’ambiente.
Quali sono i sintomi della dipendenza dal fumo?
Se l’abitudine di fumare sigarette è talmente radicata da non riuscire a smettere, allora si è di fronte ad una dipendenza da nicotina. Il fumatore a cui è vietata la sigaretta prova un malessere sia emotivo che fisico, che aumenta con il passare delle ore di astinenza. Sperimenta stati di ansia, associata a rabbia e cattivo umore che hanno un impatto negativo sul comportamento. La concentrazione diventa più labile e possono manifestarsi anche sintomi prettamente fisici: fame nervosa, disturbi gastrointestinali, insonnia.
Il ruolo della psicoterapia per chi ha dipendenza dal fumo
La psicoterapia non può intervenire sulle cause biochimiche della dipendenza dalla sigaretta, come l’alterazione dei livelli di nicotina nel sangue e le oscillazioni della dopamina (da valutare con il proprio medico se è necessaria una terapia farmacologica).
Tuttavia, smettere di fumare può essere estremamente difficoltoso e frustrante sotto il piano emotivo, perché altera il nostro umore, il nostro comportamento e ci mette di fronte ad una sfida molto grande.
Quindi la psicoterapia risulta utile in accompagnamento al percorso di astinenza dal fumo, per comprendere e accettare i nostri stati d’animo rispetto alla situazione da affrontare.
Oltre ai meccanismi biochimici potrebbero infatti esserci meccanismi psicologici dietro il vizio del fumo: non è raro che i fumatori consumino più sigarette durante i periodi di stress.
Anche per questo il percorso per abbandonare il vizio del fumo è irto di ostacoli, sfide, riflessioni e riformulazioni di pensieri e comportamenti.
Parlarne con uno psicologo / psicoterapeuta può aiutare a affrontare meglio la situazione e con maggiore efficacia.
–
Questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce in alcun modo il parere di un medico o di uno specialista.
La foto di copertina è una gentile concessione di Mauro Raffini