Perché i narcisisti sono sempre più numerosi?
I narcisisti sono sempre più numerosi? Il narcisismo è una delle patologie psichiche del nostro tempo. Abbiamo già affrontato questo argomento sul blog.
Molto spesso va di pari passo con la mancanza di empatia verso l’altro. Le relazioni con i narcisisti sono violente sul piano psicologico e talvolta su quello fisico. Sono difficili da interrompere e creano circoli viziosi in cui la vittima tende a rimanere invischiata.
Non a caso, è frequente che i profili psicologici di coloro che si macchiano di crimini come lo stalking o il femminicidio corrispondano al tipo del narcisista manipolatore.
Ma se questo tipo di crimine è così diffuso, forse le cause non vanno più ricercate solo nel vissuto individuale, ma nella società.
La società dell’io e i narcisisti
L’individualismo sembra aver definitivamente battuto la collettività. La cosa rappresenta un problema, se consideriamo che la parola stessa “società” implica la collaborazione di più individui per ottenere un benessere diffuso.
Se ciascuno punta solo alla propria soddisfazione, allora si rompe il patto che tiene insieme i soci.
Eppure assistiamo a questo. I messaggi di individualismo aumentano, spinti anche e soprattutto dall’eco prodotto dai social. L’apparire è diventato più importante dell’essere. Il valore delle persone non si misura più dagli ideali, dai gesti per la collettività, dai traguardi raggiunti, ma dal potere economico, dallo stile di vita (spesso sopra il budget reale), dal fisico, dai vestiti.
E quando l’io viene celebrato e osannato più della collettività, il narcisismo trova un terreno fertile dove fiorire.
Sempre più persone sono educate dai social e dalle TV, mentre le famiglie tendono a regredire e non assumersi più la responsabilità della formazione delle nuove generazioni. Le capacità di empatia diminuiscono drasticamente e l’imperativo diventa la soddisfazione di tutti i propri desideri.
Femminicidi, stalking e narcisismo
Non tutti i femminicidi e i crimini di stalking sono perpetrati da individui narcisisti o con personalità narcisistica, ma questo tratto è un elemento non trascurabile.
Se l’educazione collettiva volge alla soddisfazione dei desideri individuali, senza più considerare quelli altrui, si crea un tessuto psicologico fertile per questi reati.
I numeri denunciano anche una questione di genere, che vede le donne più spesso vittime rispetto agli uomini. Probabilmente è il risultato della vecchia cultura patriarcale e della nuova cultura dell’io che si fondono in maniera del tutto disfunzionale e animano alcuni individui.
Il narcisista non accetta un no, non accetta di essere lasciato, non accetta che la persona che sta manipolando decida di svincolarsi. E in alcuni casi arriva a perseguitare o a uccidere. Gli ultimi fatti di cronaca ci raccontano di un giovane uomo che ha ucciso la compagna incinta al settimo mese di gravidanza e ci fanno rabbrividire.
- Soddisfare i propri desideri, tutti, senza considerare le conseguenze.
- Eliminare il problema anziché assumersi la responsabilità di affrontarlo in maniera adulta. Forzare la mano quando qualcuno si rifiuta di appagare un io antisociale e individualistico.
Questo è il male dell’epoca, che trova le sue forme più estreme nei crimini che abbiamo citato ma che possiamo vedere in forme più blande in una porzione sempre maggiore della popolazione.
La famiglia, la scuola, lo sport, la collettività
Educare vuol dire insegnare alle persone a vivere nella società. La società è composta da altri individui. Ciascuno ha le proprie peculiarità, le proprie ambizioni, i propri desideri legittimi e i limiti della soddisfazione di ognuno sono imposti dal rispetto della libertà e del diritto dell’altro.
Questo è il patto su cui la specie umana si è evoluta nei millenni. Se viene meno, se vince l’io, il castello che abbiamo costruito rischia di cadere rovinosamente.
La famiglia, la scuola, lo sport, i centri di aggregazione pubblici, privati o religiosi sono sempre stati istituti in cui si insegnava l’educazione alla collettività, in primis.
Oggi anche questi luoghi sono diventati terreni di competizione, in cui sono sempre di più i genitori che spingono i figli a primeggiare per soddisfare il proprio ego.
Il rispetto per le figure educative, come l’insegnante, l’allenatore, l’animatore, il catechista, il capo scout ecc viene sempre meno e i bambini apprendono questa modalità.
- Primeggiare per essere amati dai genitori;
- Mettere l’io davanti al noi per appagare l’ego di mamma e papà;
- Ignorare l’autorità dell’educatore, dell’adulto e di chiunque cerchi di evidenziare una problematica.
Se si apprende questo sin dall’infanzia, all’interno dei luoghi che dovrebbero essere deputati all’educazione e alla crescita, abbiamo un bel problema.
Sono tutti insegnamenti che formano l’adulto e restano sedimentati. Alimentano il narcisismo, frenano lo sviluppo dell’empatia e giustificano qualsiasi comportamento negativo e antisociale.
Se poi anche in casa, la figura genitoriale è sostituita dallo smartphone, dai social, dall’idea di un mondo patinato e virtuale, ecco che il rischio di rafforzare la cultura del narcisismo è sempre più forte – con tutte le sue conseguenze sul piano sociale e individuale.
—
Questo articolo contiene considerazioni generiche e personali e non sostituisce il consulto di uno specialista.