//Il web non perdona

Il web non perdona


il web non perdona

Adolescenti, web e la paura di essere “tagliati fuori”: quando il rischio diventa quello di precludersi un futuro possibile, perché anche una sola volta può fare la differenza.
Per molte persone, ma soprattutto per bambini e adolescenti è, oggi, sempre più difficile passare cinque minuti senza controllare lo schermo del proprio cellulare e”attività privilegiata” è, ancor più, quella di testimoniare la propria esistenza, il proprio coraggio, il proprio valore con filmati e video di esperienze anche legittime, (una volta erano chiamate le “bravate dell’età) se vogliamo necessarie per la costruzione di un’identità in divenire, ma talora assai discutibili e che potrebbero diventare imbarazzanti e di grave impedimento per scelte di vita future.
Prima dell’avvento del digitale “fatti e misfatti” erano affidati alla memoria di chi li compiva, raccontati in età adulta a un pubblico selezionato, magari per ricordare un passato ed eventi che ci avevano insegnato a crescere, a diventare grandi, a fare dei distinguo; oggi, senza un filtro adulto, tutto viene svelato, reso pubblico online, documentato e, al di là di un’intimità “visiva”, avulsa da un contesto emotivo che viene offerta ad uso e consumo di perfetti sconosciuti che nulla sanno della nostra vita, può essere molto difficile rimuovere il materiale dalla rete.
Oggi negli Stati Uniti esistono società di consulenza che chiedono dai 10 mila ai 50 mila dollari alle famiglie per cancellare tracce indesiderate del passato dei giovani che vogliono fare domanda per un college prestigioso.
Credo che i genitori dovrebbero acquisire maggiore consapevolezza rispetto all’uso e all’abuso della rete, senza demonizzare, ma avviando un dialogo con i propri figli per condividere esperienze, curiosità, ansie, turbamenti, inquietudini, concedersi reciprocamente spazi da trascorrere senza l’ossessivo richiamo delle notifiche per scoprire o ri-scoprire un nuovo umanesimo e impedire che un passato diventi eternamente presente senza possibilità di riscatto.
Si può cadere nel proprio smartphone come Narciso nel suo specchio mortale, non ce lo dimentichiamo!