//Il rapporto tra lo psicologo e il paziente: allearsi per il benessere!

Il rapporto tra lo psicologo e il paziente: allearsi per il benessere!


L’esperienza conferma un dato di primaria importanza: solo l’offerta di un rapporto significativo di disponibilità e un coinvolgimento personale rende efficace il percorso intrapreso con le persone portatrici di sofferenza, così com’è per ogni gesto significativo che riguarda gli uomini.

Una delle principali cause di “infelicità esistenziale” è intimamente legata alla difficoltà delle persone a scegliere e sostenere relazioni gratificanti e “sufficientemente buone”: condivido il pensiero di Yalom quando afferma che, per queste persone, un percorso terapeutico rappresenta un’opportunità, uno spazio dove è possibile un onesto scambio di dare/avere con una persona che, seppure professionista, non ha paura di mostrare la propria vulnerabilità.

Un percorso di crescita e di cambiamento si snoda, dunque ed è efficace solo se poggia su un solido legame di fiducia e l’empatia deve essere realmente vissuta e sentita da entrambi gli attori.

Dice ancora Yalom “l’amicizia tra terapeuta e paziente è condizione necessaria nel processo di terapia, fai sapere al paziente che lui è importante per te”

E allora, se una persone è davvero importante lo è anche quando esce dal nostro studio e in particolari situazioni di disagio può avere bisogno del nostro appoggio con una telefonata o con un semplice messaggio non tanto per il contenuto, ma per il “io ci sono”.

Nella mia vita ho fatto un percorso di terapia psicoanalitica di cinque anni, è stato un viaggio doloroso, ma anche affascinante che ha determinato un profondo cambiamento nel mio modo di pormi di fronte agli avvenimenti, alle scelte, alle persone e, soprattutto nel lavoro ho affinato la mia sensibilità e la mia capacità di “sintonizzarmi” con i clienti, di tacere per ascoltare, ma anche di parlare per condividere.

Condividere un’intimità di cui divento il custode, pensieri, storie, emozioni, ricordi, ma in primo luogo condividere la “costruzione” di una relazione vera, perché è di questa che io sono responsabile, come dice ancora Yalom “lo psicologo è responsabile nel portare la propria umanità in prima linea”.

Per costruire fiducia e intimità occorre la presenza, per questo sono critica nei confronti delle attuali tendenze di percorsi psicologici e consulenze “via internet”: del terapeuta ci ricordiamo lo stile, l’atteggiamento, i gesti minuti, una umana distrazione, una pausa troppo lunga, il calore.

La relazione diventa luogo privilegiato dove viene riconosciuta la propria esistenza, spazio mentale per costruire e riannodare le trame della propria identità e progettare alternative possibili alla propria vita.