Coronavirus – Le paure possono diventare panico
Proteggersi con comportamenti adeguati, con pensieri corretti e emozioni fondate
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi fornisce indicazioni per affrontare il coronavirus a livello psico-emotivo
La paura è un’emozione potente. Ma sempre più spesso questo sentimento (che permette di prevenire i pericoli e quindi evitarli) non viene generato da una nostra esperienza diretta, ma veniamo a conoscenza dei pericoli attraverso i media e i messaggi – spesso fuorvianti – che circolano in rete. In questo modo la paura rischia di trasformarsi in panico e conseguentemente procurare danni maggiori dei pericoli dai quali ci protegge.
Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche.
Per questo l’Ordine degli Psicologi ha deciso di condividere un “decalogo antipanico”, per evitare di indurci nel duplice errore di sopravvalutare o sottovalutare il problema.
- DECALOGO ANTIPANICO
- Attenersi ai fatti, cioè al pericolo effettivo
- Non confondere una causa unica con un danno collaterale
- Non agire e far qualcosa spinti dall’ansia, per evitare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi
- Non cedere al contagio del panico collettivo
- Non fare qualcosa a tutti i costi o ignorare azioni protettive semplici
- Troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto
- Cercare di basarsi sui dati oggettivi
- Identificare la sproporzione tra paura soggettiva e pericolo oggettivo
- Non farsi trasportare dall’indignazione pubblica sui media
- La ricerca ossessiva dell’invulnerabilità è contro-producente perché ci rende eccessivamente paurosi, incapaci di affrontare la situazione
Non ti vergognare di chiedere aiuto
Se pensi che la tua paura ed ansia siano eccessive e ti creano disagio non avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista.
Gli Psicologi conoscono questi problemi e possono aiutarti in modo competente.
Tutti possiamo avere necessità, in certi momenti o situazioni, di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, e questo non ci deve far sentire “deboli”.
Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei suoi cari.