//Diventare immuni dal pericolo

Diventare immuni dal pericolo


In questo momento anche noi psicologi ci stiamo confrontando con qualcosa di assolutamente nuovo che, oltre ad avere un forte impatto nella quotidianità dell’emergenza (incremento delle paure ossessive di contaminazione, angoscia, confusione, incertezza, sgomento, preoccupazione), avrà importanti ricadute emotive nel prossimo futuro.

Penso, per esempio, all’uso delle nuove tecnologie, al telelavoro, alla robotica, all’insegnamento on-line, alle relazioni virtuali: riusciremo a capirne i limiti e a farne un uso necessario e intelligente o diventeranno strumenti e modalità per aumentare la distanza fra gli esseri umani, per rafforzare il nostro individualismo e la competizione?

  • Siamo sicuri che il dolore, la sofferenza, il sacrificio, la malattia, la morte e la perdita di tante persone ci facciano diventare migliori, più comprensivi, più com-passionevoli verso noi stessi e gli altri?
  • Siamo sicuri che la fiducia in un progresso illimitato, la promessa del dominio sulla natura, della massima felicità e di illimitata libertà personale (fede che ha sostenuto e sorretto le speranze delle generazioni che si sono succedute a partire dall’era industriale) sia cosa buona e possibile?
  • Siamo sicuri che la fede incondizionata nella scienza e nella tecnica che vede gli individui come funzionari ed esecutori all’interno di un apparato, possa portare a un miglioramento della qualità della vita?

Credo che dovremmo porci queste domande, per dare un senso a  questo momento difficile, ma anche alla nostra vita e a quella dei nostri figli, per uscirne né migliori né peggiori, ma più maturi, coesi, civili e coraggiosi. Ma soprattutto più com-passionevoli verso noi stessi e gli altri.

Non conosciamo i limiti della natura e quelli che conosciamo non possiamo ignorarli, non sappiamo davvero chi siamo e cosa vogliamo, quali sono i nostri desideri più profondi, non abbiamo più il senso del limite, della nostra fragilità, della nostra vulnerabilità, della nostra finitezza, abbiamo bisogno che un virus ce lo ricordi, ma saremo capaci di farne memoria?

Certo, ora siamo in emergenza ed è il momento di agire (stando fermi!) , ma se non faremo tesoro di questa occasione, non saremo pronti ad affrontare altri “virus” che ci attendono, perché non c’è vaccino che ci renda immuni dal pericolo e a nessuno è data la possibilità di essere immortale.

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Antonelli Ada Psicologa. Riceve su appuntamento. Cell. 348/4405773