//Il nostro benessere, una scelta consapevole

Il nostro benessere, una scelta consapevole


Gli studi, la mia personale esperienza e tanti anni di lavoro e attenta osservazione clinica sia normale sia patologica, hanno rafforzato il mio convincimento del grande potere che l’attività mentale inconscia esercita nell’influenzare i pensieri e il comportamento umano. La maggior parte del funzionamento mentale si svolge fuori dalla coscienza e la coscienza è un attributo eccezionale piuttosto che regolare delle operazioni mentali.

E’ dunque l’inconscio che la “fa da padrone” e anche se non possiamo osservare direttamente le attività mentali inconsce, possiamo osservarne gli effetti nei pensieri e nei comportamenti manifesti e coglierne la precisione e la complessità.

Ognuno di noi ha nella mente una sorta di “mappa” di cui non è consapevole, che ci guida, orienta e determina le nostre scelte in una direzione piuttosto che in un’altra, evitare piuttosto che affrontare, ritirarsi piuttosto che combattere, sentirsi in colpa piuttosto che accettare di avere sbagliato, sentirsi vittima piuttosto che responsabile, schermarsi agli affetti piuttosto che correre il rischio di non essere corrisposti…

E’ evidente che la nostra “mappa” inconscia non è precostituita, ma viene tracciata e condizionata dalle esperienze e dalla “memoria del sentire”, cioè dalle emozioni che accompagnano quelle esperienze e vengono “scritte”e si perpetuano nel perenne divenire dei nostri sentimenti.

Esperienze di gioia, come di ansia e di dolore del passato, non vengono codificate solo nella sfera della ragione, anche se a noi spesso sembra così, ma anche nella sfera affettiva ed è per questo che di fronte a certe scelte o in determinate situazioni, possiamo provare sentimenti di cui non riusciamo a farcene una ragione, perché a livello cosciente, razionale, non riusciamo a comprenderle, a coglierne le connessioni, ma tracceranno, inevitabilmente la strada sulla quale andremo a camminare.

Altrettanto frequentemente, il nostro inconscio protegge l’immagine che ci siamo costruiti, chi pensiamo di essere, ci nasconde aspetti che ci appartengono, ma che non ci piacciono e la cui consapevolezza ci costringerebbe a fare i conti con noi stessi.

Nell’incertezza della vita, la verità su chi siamo convinti di essere ci protegge dall’angoscia di una sofferenza possibile.

Sottrarci al dolore genera, però, mondi e realtà fittizie che recano inevitabilmente insoddisfazione, egoismo, paure e rischiamo di perderci e vivere una vita che non ci appartiene.

E allora cominciamo a pensare al nostro benessere come a una scelta consapevole e la vita, si sa, è fatta, banalmente, di bene e di male e le piccole o grandi gioie e i momenti di serenità sono sempre una conquista, perché la felicità non è una condizione naturale dell’uomo e forse nemmeno un traguardo, ma è un sereno desiderio di essere nel mondo come meglio non possiamo essere.

Opera per gentile concessione di Caterina