//Alta autostima, requisito indispensabile per il benessere e il successo?

Alta autostima, requisito indispensabile per il benessere e il successo?


Innanzitutto cominciamo col dire che l’autostima è un giudizio valutativo che noi diamo di noi stessi, del nostro valore come persone, è squisitamente soggettivo e determina il nostro senso di adeguatezza e il rispetto per noi stessi che sono indubbiamente requisiti importanti per la felicità e il successo. Ma oggi c’è un uso e un “abuso” quotidiano della parola “autostima”, siamo bombardati da corsi, seminari, lezioni, workshop, articoli per incrementarla e qualsiasi insuccesso viene ricondotto ad una scarsa o bassa quantità di questo tratto.

In effetti, fino a qualche anno fa se ne sapeva poco, oggi la letteratura scientifica ci dice che l’autostima è un tratto della nostra personalità relativamente stabile che cominciamo a costruire in tenera età, che tende a crescere fino a 45/50 anni per poi calare di nuovo ed è piuttosto resistente al fluttuare delle situazioni e agli alti e bassi che la vita ci propone.

Questo non significa, però nessun margine di variabilità, ma la domanda cruciale è: “l’alta autostima è un requisito indispensabile in assoluto per il nostro benessere?” Le ricerche hanno sfatato il mito che un’elevata autostima sia BUONA in assoluto, a prescindere, per essere buona deve essere anche realistica, autentica e stabile.

  • Deve essere realistica, perché se le mie autovalutazioni si scostano troppo dalla realtà rischio di intraprendere azioni rischiose e a perseguire obiettivi irraggiungibili e fallimentari.
  • Deve essere autentica, perché se io per primo non ci credo davvero, metterò in atto dei meccanismi difensivi, (mi mostrerò agli altri sicuro e temerario anche se non lo sono) in quanto mi sentirò continuamente minacciato da una possibile smentita.
  • Deve essere stabile, altrimenti sarò sempre in balia delle circostanze con frequenti sbalzi d’umore, alla ricerca di continue conferme per un bisogno impellente di riconoscermi un valore che mi sono attribuito e devo dimostrare agli altri. A motivo di ciò, le mie relazioni saranno caratterizzate da aggressività, arroganza, ostilità, in quanto la sola cosa che conta è ricevere un apprezzamento che ritengo dovuto a me stesso.

Avere un’alta autostima non è, quindi, sempre e comunque una cosa buona, è, buono, invece, avere un’autostima autentica, realistica e stabile che ci consenta di riconoscere le nostre fragilità, accettare i nostri insuccessi senza attribuire responsabilità agli altri e quindi di volerci bene così come siamo.

Il problema, perciò non è riconducibile alla quantità, ma alla qualità: l’autostima si può migliorare e la si migliora partendo dalle convinzioni che si costruiscono intorno alle nostre capacità, al modo con cui affrontiamo e reagiamo di fronte agli insuccessi, all’acquisizione consapevole della propria autoefficacia (cosa e come sono capace di fare) per considerare anche le proprie inadeguatezze e correggere “il tiro” sulla base di un onesto esame della realtà.

Questo ci rimanda a due importanti considerazioni:

  • la generalizzazione è fuorviante, proposte, corsi, libri, strumenti vari per aumentare l’autostima sono poco efficaci, gli interventi devono essere mirati alla persona considerata nel suo contesto di vita, tarati su quello che è, sul suo peculiare modo di percepire i problemi, sé stesso e il mondo che la circonda;
  • quando parliamo di autostima sarebbe importante ricordarsi che essa fonda le sue radici nei primissimi anni di vita e dovremmo favorirne un suo sano sviluppo.

Non c’è dubbio che il pilastro, l’oggetto di stima più importante per la crescita di un bambino è il valore di sé, sentirsi degno di essere amato (non sono le competenze specifiche, né quanto i figli siano bravi nelle discipline sportive o scolastiche) a prescindere dalle prestazioni legate alle aspettative, a volte assurde degli adulti.

Se vogliamo porre le basi per la costruzione di una realistica, autentica, stabile autostima nei nostri figli che sia veramente requisito spendibile per il loro benessere, dobbiamo condividere e fare con loro piccole esperienze quotidiane, (una torta, una costruzione con le lego, un disegno, una piccola spesa, lavare l’automobile….) perché solo così gli diamo valore, gli trasmettiamo amore, li facciamo sentire degni di abitare questo mondo e loro impareranno ad apprezzarsi per quello che sono e per quello che riescono ad essere.