//Fobie: quelle strane paure irrazionali

Fobie: quelle strane paure irrazionali


Avere paura è da sempre necessario alla sopravvivenza dell’essere umano. Il cervello umano si è evoluto nel corso del tempo fino a comprendere un “ventaglio” di emozioni molto ampio e complesso, eppure la protezione dalla minaccia resta il più potente degli impulsi. C’è però un limite oltre il quale la paura non è più un semplice istinto di sopravvivenza.

Quando la paura si trasforma in fobia

Quando diventa una manifestazione emotiva sproporzionata, persistente e duratura, provata in presenza di uno specifico stimolo, oggetto, animale, luogo, situazione emotiva che non rappresenta una reale minaccia. È inoltre caratterizzata da un importante stato di ansia anticipatoria e sfugge al controllo di un’analisi razionale, sebbene la persona riconosca che è irragionevole. La fobia può anche andare incontro a “generalizzazione”, ovvero essere innescata da oggetti o situazioni simili a quella originaria. Le fobie si definiscono specifiche, poiché si riferiscono a un campo delimitato, e sono soggette ai cambiamenti sociali e culturali. Si distinguono in queste categorie:

  • tipo animali
  • ambiente di tipo naturale
  • sangue, infezioni, lesioni
  • tipo situazionale
  • altro tipo

Inoltre, la fobia:

  • non può essere controllata da una analisi razionale,
  • sfugge all’autocontrollo,
  • può andare incontro a “generalizzazione”, cioè può essere innescata anche da oggetti o situazioni simili a quella originaria,
  • la persona riconosce che la fobia è irragionevole.

Cause specifiche e sintomi più comuni

Lo studio delle cause ha prodotto diverse ipotesi da parte delle teorie psicologiche. Secondo la teoria psicoanalitica, la fobia è il risultato della rimozione di eventi traumatici, che subiscono uno spostamento su una situazione o un oggetto. Secondo la teoria cognitivo-comportamentale, il disturbo deriva dalla nostra associazione d’idee all’interno di una situazione. La teoria dell’attaccamento vede le fobie come il risultato di un lungo processo che si sviluppa fra il bambino e le figure di accudimento. In particolare, lo stile di attaccamento ansioso-resistente, pare associato all’insorgenza di numerose fobie.

I sintomi delle fobie sono sia cognitivi sia fisiologici. I primi possono manifestarsi in tensione e nervosismo, confusione mentale, paura di svenire, disorientamento, ansia elevata, impulso di fuga o evitamento, timore di perdere il controllo, attenzione focalizzata sullo stimolo. Fra i possibili sintomi di allerta del corpo vi sono accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, mal di stomaco, nausea, vertigini, tensione muscolare, tremori, sensazione di calore, formicolio, difficoltà a deglutire.

Effetti principali delle fobie

Alle fobie seguono comportamenti atti a evitare contesti potenzialmente in grado di scatenare ansia e sensazione di estremo pericolo, che mettono a nudo la vulnerabilità. Di conseguenza, spesso le persone che soffrono di fobie hanno una vita difficile, perché vengono compromesse attività quotidiane e apparentemente semplici come andare al supermercato, andare al cinema, avere relazioni amicali, andare a scuola, partecipare a un viaggio di piacere, ecc.

Nuove fobie specifiche

Le fobie specifiche, come molti altri aspetti della psicopatologia, sono soggette ai cambiamenti sociali e culturali. Due esempi di nuove fobie specifiche annoverate nel DSM-5 sono:

EMETOFOBIA  (fobia specifica del vomitare)

L’emetofobia è una paura specifica ancora poco studiata e indagata. Chi soffre di emetofobia ha il terrore di vomitare o di vedere qualcun altro farlo. Nei casi più gravi di emetofobia anche la gravidanza può diventare un incubo, tanto che le donne emetofobiche arrivano a rinunciare ad avere figli per paura delle nausee. Le paure che sottostanno alla fobia specifica del vomitare non riguardano solamente aspetti meramente fisiologici come la difficoltà di respirare o la costrizione, ma vi è insita anche una componente sociale (perdita di controllo davanti agli altri).

NOMOFOBIA(fobia specifica di rimanere senza cellulare)

Si tratta della fobia specifica di non avere il cellulare con sé e si caratterizza per la presenza di stati d’ansia quando il soggetto rimane a corto di batteria, di credito, senza copertura di rete oppure senza il cellulare.

La persona che soffre di nomofobia prova pertanto un’intensa e sproporzionata paura di rimanere tagliata fuori dal contatto di rete mobile, di non essere in relazione con il resto del mondo, al punto da esperire sintomi fisici simili a quelli che caratterizzano gli attacchi di panico.

Oggi, le fobie sono in aumento

In questi ultimi anni sono aumentate le fobie specifiche che insorgono dalla paura di se stessi, da qualcosa che abbiamo dentro: paura di fare del male ad amici, familiari e parenti, paura di perdere il controllo, paura di esplodere in atteggiamenti aggressivi, non causate da stimoli esterni. Paure che nascono da un senso di insicurezza interiore, scarsa o nulla conoscenza di sé, che si traducono in un deficitario senso di autoefficacia personale.

Ciò che spesso manca è la capacità di riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri, ciò che si prova è scollegato da come ci si comporta ed occorre recuperare e sviluppare capacità di riflessione, integrare le esperienze in un pensiero coerente ed essere in grado di gestire la sofferenza.

Come “si curano” le fobie

Nelle fobie specifiche la letteratura ha ampiamente dimostrato come il trattamento psicoterapico cognitivo-comportamentale dia ottimi risultati, ma anche metodi che si basano sulle teorie sistemiche e psicoanalitiche. Questo a motivo del fatto che, nonostante le differenze, tutti sviluppano la capacità di relazione con gli altri e quindi aumentano la fiducia in se stessi migliorando l’autoefficacia. In alcuni casi è fortemente consigliato e a volte necessario il trattamento farmacologico che rappresenta una soluzione a breve termine per controllare eventuali crisi ed episodi di ansia acuta.

Principalmente nella terapia farmacologica si utilizzano benzodiazepine (ansiolitici) e antidepressivi. Anche i betabloccanti possono essere utilizzati per contrastare tremori e palpitazioni. Tuttavia, le benzodiazepine tendono a dare dipendenza e se ne viene interrotta l’assunzione i sintomi generalmente ricompaiono. Dunque, i farmaci per curare le fobie specifiche hanno l’importante funzione di agire sui sintomi della fobia in modo efficace, ma non eliminano la causa prima dell’esistenza del disturbo.

Dalle fobie si può guarire

La guarigione, se così vogliamo chiamarla, è possibile, più spesso si sviluppano strategie per convivere con le nostre fobie, avere una qualità di vita soddisfacente e questo è già un successo. Ovviamente non esistono le fobie, ma le persone e ogni storia è a sé, parafrasando Ippocrate, dobbiamo rinunciare alle cose che ci fanno star male se vogliamo guarire e non sempre è così.

Se desideri altre informazioni, contattami.

Le informazioni riportate nell’articolo sono indicative e non sostituiscono il parere del medico o dello psicologo sui singoli casi individuali.

TAGS: