//Alessitimia: in psicologia non solo “mancanza di emozioni” 

Alessitimia: in psicologia non solo “mancanza di emozioni” 


Alessitimia significato

Hai mai sentito parlare di alessitimia? Etimologicamente indica la “mancanza di emozioni”, ma il suo significato in psicologia è un po’ diverso, e più sfaccettato. Questa condizione di “non sentire nulla” è piuttosto diffusa. In alcuni soggetti è solo temporanea, legata ad esempio a stress o traumi profondi; in altri invece è una condizione stabile.

Alessitimia: significato e sintomi

Come abbiamo detto, il significato etimologico di alessitimia deriva dal greco e significa mancanza di parole per esprimere il proprio stato emotivo. In psicologia, però, è meglio definita come l’incapacità di riconoscere o descrivere le proprie emozioni.

Chi affronta questa condizione riferisce di non saper dire come si sente, di non percepire emozioni, ad esempio di non saper distinguere tra un dolore fisico e uno psicosomatico,.

Ma da che cosa dipende?

Le tante cause di alessitimia

L’alessitimia non ha una sola causa, ma può dipendere da tanti fattori emotivi e cognitivi. La prima cosa da sottolineare è, comunque, che non si tratta di un disturbo mentale o di una patologia, ma di una condizione che può essere legata alla propria personalità, a disturbi cognitivi, a esperienze dolorose o traumatiche.

Infatti, anche se è difficile delineare un rapporto di causa effetto per l’alessitimia, questa condizione è spesso associata a patologie maggiori come l’ansia o la depressione, talvolta ai disturbi alimentari. Ma molte persone sperimentano anche il senso di vuoto e di non percepire emozioni dopo eventi traumatici: violenze, eventi tragici, lutti e perdite di persone care. 

In altri casi può essere legata a un costrutto personale, ossia a una tendenza a reprimere l’emozione, che talvolta sfocia in disturbi psicosomatici che vengono ascritti alla sfera fisica e non a quella psicologica.

L’alessitimia è fortemente presente, in termini percentuali, nella popolazione autistica. Ma è comunque piuttosto diffusa anche nella popolazione generale, con oltre 1 persona su 10 che sperimenta – o vive costantemente – questa condizione.

L’impatto sulla vita quotidiana e sulla salute

Non saper riconoscere e riferire le proprie emozioni porta con sé una serie di conseguenze sulla vita relazionale, ma anche sulla salute.

Dal punto di vista relazionale, può inficiare la salute sessuale, rendendo più difficile affrontare il sesso come un’esperienza anche emotiva e soddisfacente. Può mettere in crisi anche il rapporto con il partner, rendendo difficile condividere emozioni e stati d’animo in modo chiaro e assertivo. 

Fuori dalla coppia, il meccanismo si ripete per tutte le relazioni significative, tanto familiari, quanto amicali.

Non solo: ci sono anche delle implicazioni dal punto di vista della salute fisica, in quanto una buona gestione delle proprie emozioni e delle relazioni sane e soddisfacenti sono fattori che aiutano a prevenire stress, ansia, depressione e le problematiche cardiovascolari e sistemiche ad essi collegate.

La psicoterapia per affrontare l’alessitimia

Un percorso di psicoterapia può aiutare il paziente ad affrontare l’alessitimia, dandogli nuovi strumenti per riconoscere, accettare, capire e comunicare le proprie emozioni.

In questo percorso – che deve essere fatto con il sostegno di uno specialista – l’educazione alle emozioni riveste un ruolo fondamentale, e può essere accompagnata, ad esempio, dall’educazione sessuale o affettiva, a seconda delle necessità del paziente.

Riconoscere, accettare, capire e comunicare le proprie emozioni è utile e necessario anche quando l’alessitimia è frutto di un trauma o di lutto, per evitare che una condizione transitoria diventi permanente e infici la nostra salute relazionale e fisica.

Questo articolo contiene considerazioni di tipo generico e non sostituisce il consulto di uno specialista.

Foto di SnapwireSnaps da Pixabay