Anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari. Quando intervenire?
Anoressia, bulimia e disturbi alimentari sono problematiche che si manifestano perlopiù durante l’adolescenza, soprattutto nelle ragazze di sesso femminile. Tuttavia, nel corso dell’ultimo decennio, anche il numero di ragazzi che soffrono di disturbi del comportamento alimentare è in aumento. Non mancano inoltre casi in cui il disturbo fa il suo esordio in età infantile e si protrae anche in età adulta.
Anoressia e bulimia: cosa c’è da sapere
Anoressia e bulimia sono disturbi che esprimono una profonda sofferenza psicologica, che hanno un impatto spesso devastante sulla vita sociale, relazionale e anche sulla saluta fisica di chi ne soffre. Le conseguenze fisiche dei disturbi del comportamento alimentare possono essere anche importanti, talora dall’esito infausto. Anoressia e bulimia inducono a comportamenti autodistruttivi, che spesso vengono tenuti nascosti: questo rende, in alcuni casi, difficoltoso e tardivo l’intervento da parte della famiglia.
Anoressia
Ogni anoressica ha una causa soggettiva per il proprio sintomo, tuttavia il tratto dominante dell’anoressia è il rifiuto del cibo, che viene scelto, esaminato e controllato attentamente. La persona anoressica ricorre a ogni mezzo per ridurre l’alimentazione, inclusi l’induzione del vomito o della diarrea (anche per mezzo di lassativi) e il rifiuto vero e proprio di alimentarsi.
Chi soffre di anoressia è ossessionato dalla propria immagine e la magrezza è un obiettivo rincorso in maniera ossessiva, patologica.
Bulimia
Al contrario, la bulimia si manifesta con l’incapacità della persona a controllare la voglia di mangiare, il cibo ha un fascino irresistibile ed essa finisce per abbuffarsi. La persona bulimica, poi, si sente in colpa di aver mangiato ed è frequente che si auto-induca il vomito per “riparare” al proprio errore. L’incomprensione, l’umiliazione e forti sentimenti di vergogna a cui spesso si sottopongono le persone sovrappeso, si aggiungono al loro fardello di disperazione. Anche le conseguenze fisiche sono, spesso, devastanti e includono obesità e rischi per la salute come malattie cardiache, infarto, ictus, ipertensione, colesterolo alto, diabete, artrite, deterioramento osseo, malattie del fegato, malattie della colecisti, malattie renali o insufficienza renale.
Come si sviluppano anoressia bulimia e altri disturbi alimentari
Il comportamento alimentare passa attraverso l’apprendimento che inizia nell’infanzia.
Cosa contribuisce a creare un terreno assai fertile per l’instaurarsi dei disturbi del comportamento alimentare?
- Un insieme disfunzionale di bisogno di affetto e la necessità di spezzare legami di dipendenza affettiva per costruire la propria identità da un lato
- l’accento ossessivo dei modelli sociali che esaltano la magrezza come valore irrinunciabile della bellezza femminile. Non a caso, si manifestano quasi sempre nell’adolescenza, periodo dell’affermazione della propria identità.
Anoressia e bulimia sono patologie speculari e collegate accomunate dal ruolo esclusivo che il cibo assume nella vita delle persone e che influiscono profondamente sia sul corpo sia sulla psiche, cronicizzandosi pericolosamente in adolescenti fragili con profonda mancanza di autostima.
Quando intervenire
Alla famiglia spetta il difficile compito di accorgersi dei segnali di disturbi del comportamento alimentare: rifiuto del cibo, perdita di peso, amenorrea o al contrario abbuffate continue e aumento del peso possono essere dei primi segnali di anoressia o bulimia. Generalmente, si accompagnano a frequenti sbalzi dell’umore, evitamento delle relazioni sociali, cambiamento nel modo di relazionarsi con gli affetti, genitori, amici, tendenza ad isolarsi anche in famiglia, eccessiva attività sportiva, disturbi del sonno e, in genere, tutta la gestualità assume tratti di rigidità anomala e disfunzionale.
Se ci si accorge o abbiamo il dubbio che la propria figlia o il proprio figlio sta soffrendo di disturbi del comportamento alimentare è importante tentare di instaurare un dialogo. Sia la persona con disturbi del comportamento alimentare sia la famiglia, hanno bisogno di accettare il problema per poterlo affrontare e il primo passo è proprio quello di parlarne.
Nel tempo ho osservato e numerose ricerche lo hanno ampiamente dimostrato, che tanto la persona anoressica/bulimica quanto i genitori possono avere bisogno del supporto di uno psicologo, sia per aiutare i genitori ad affrontare il senso di colpa, di impotenza e frustrazione, sia per frenare gli effetti distruttivi della malattia sulla relazioni affettive della famiglia, ma soprattutto per comprendere e far si che il problema venga trattato in maniera adeguata e si risolva positivamente.
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