Autolesionismo psicologico e fisico: perché e come salvarsi?
L’autolesionismo è, di solito, la manifestazione di un grave disagio psicologico e/o di un vero e proprio disturbo della personalità che induce la persona a farsi del male da sola.
Sebbene comunemente ci si riferisca all’autolesionismo fisico, esiste anche una forma di autolesionismo psicologico.
I danni, in entrambi i casi, possono essere importanti ed avere un impatto tremendo sulla salute e sulla vita di chi compie azioni autolesioniste.
Le cause dell’autolesionismo
Dietro questi comportamenti ci sono disagi psicologici importanti. Spesso si accompagnano a ansia, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi e in alcuni casi a veri e propri disturbi della personalità.
Altri fattori di rischio sono di natura sociale, soprattutto quando ci sono relazioni affettive insoddisfacenti e disfunzionali in ambito familiare, scolastico e sociale
Ad essere maggiormente coinvolti da questa problematica sono gli adolescenti e l’incidenza è maggiore fra le ragazze.
Gesti autolesivi per farsi fisicamente del male
Le manifestazioni più evidenti di questa problematica si hanno sul piano fisico. L’autolesionista in genere si provoca danni e lesioni di piccola entità come ustioni, ferite, bruciature di sigarette e tende a farlo spesso, senza intento suicidario.
Tuttavia, esistono forme autolesive di maggiore entità e in quest’ultimo decennio sono in corso studi per capire quanto e in che modo i comportamenti autolesivi possano essere predittivi di suicidio.
Dal dolore emotivo al dolore fisico
Le condotte autolesioniste consentono di:
- spostare il disagio provocato da un’emozione o da un pensiero che fa soffrire verso una sensazione fisica dolorosa, ma percepita come più tollerabile;
- consentono di attirare l’attenzione e, in qualche modo, di chiedere aiuto per il proprio disagio;
- provocarsi dolore può essere una forma di auto-punizione per lenire sensi di colpa e vergogna in persone particolarmente vulnerabili e autocritiche.
Forme psicologiche di autolesionismo
L’autolesionismo non si manifesta solo con segni fisici, ma anche con forme psicologiche che, agli esordi, sono più difficili da individuare.
Tra i disturbi autolesivi più comuni vi sono i disturbi alimentari, come bulimia e anoressia, (presenti più frequentemente nelle ragazze),ma possiamo includere anche l’abuso di alcol e di droghe. .
Non vanno considerate come forme minori rispetto a quelle fisiche, dal momento che gli effetti sulla salute della persona possono essere devastanti e mettere in pericolo la vita stessa.
Cosa fare se si prova il desiderio di farsi del male
Se si prova il desiderio di provocarsi dolore o se si compiono abitualmente gesti autolesivi, è necessario chiedere aiuto il prima possibile a persone fidate e contestualmente ad un professionista.
Se, invece, si è nella situazione di vedere un amico o un parente che ha questi comportamenti, il quadro è molto delicato, ma è importante intervenire, suggerendo di recarsi dallo psicologo.
Nel caso di pazienti adolescenti, sono spesso gli amici i primi ad accorgersi di un disagio psicologico, talvolta anche prima di genitori, nonni e famigliari. Come può intervenire un ragazzino per aiutare un amico che sta vivendo una difficoltà così profonda? La scelta migliore da fare è probabilmente quella di coinvolgere gli adulti di riferimento, come i genitori o gli insegnanti.
Ad ogni modo, l’arma per affrontare questi disturbi è la psicoterapia, che aiuta la persona a indagare le cause della propria sofferenza, a rielaborare i pensieri e le emozioni in maniera funzionale e a tornare padrona della propria vita.
Per info e appuntamenti contatta la d.ssa Ada Antonelli.
Questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di un professionista.