Cosa fare se si formulano pensieri suicidi
I pensieri suicidi sono pensieri che ricorrono frequentemente in chi soffre di depressione o di altri disturbi mentali, soprattutto in fasi acute e uniti a circostanze sfortunate e particolarmente dolorose della vita.
Come si legge sul sito web di Telefono Amico, i numeri delle persone, nel mondo, che danno seguito al pensiero e si suicidano, ogni anno, sono altissimi. La prevenzione del suicidio passa attraverso la necessità di riconoscere i fattori di rischio, per sé e per gli altri.
Cosa sono i pensieri suicidi
I pensieri suicidi sono pensieri che esprimono il desiderio di morire, in persone depresse o con crisi di disperazione, senso di colpa, senso di impotenza rispetto a situazioni che le sopraffanno.
Possono essere sporadici oppure ricorrenti, quando si ripresentano frequentemente e sono sempre più invasivi. In entrambi i casi è bene considerare questo genere di pensiero il campanello di allarme di un forte stato di malessere e richiedere subito l’aiuto di una persona fidata e di un professionista.
Non bisogna provare vergogna se si formulano pensieri di suicidio, è importante, invece, trovare il coraggio di parlarne.
Formulare un pensiero non vuol dire che si è destinati a suicidarsi
I pensieri sono solo pensieri: formulare un pensiero di morte non vuol dire essere necessariamente destinati a suicidarsi. Esistono dei fattori di rischio che è bene conoscere, per sé e per gli altri, per comprendere quando esiste l’eventualità di compiere un gesto estremo:
- soffrire di forme gravi di depressione;
- soffrire di insonnia severa, con un sonno disturbato e insufficiente per periodi prolungati;
- sentirsi non amati, impotenti, inutili, disperati, senza senso, esternando o meno queste emozioni;
- provare il desiderio di morire;
- compiere atti di autolesionismoper periodi di tempo prolungati.
Anche in presenza di questi stati affettivi e/o di questi disturbi, non è affatto detto che l’istinto suicida possa vincere su quello di sopravvivenza. La morte per suicidio non è mai legata a un solo fattore. Voler morire non basta, serve la volontà di mettere in atto il proprio piano. Volontà che è legata al coraggio, alla capacità di sopportare il dolore e di agire d’impulso.
Per questo è di fondamentale importanza affrontare subito i pensieri suicidi e chiedere aiuto, per gestire e sconfiggere i propri mostri interiori.
Il sostegno degli amici, della famiglia, della fede religiosa, essere guidati nella soluzione dei propri problemi, sono fattori estremamente importanti e protettivi.
Come gestire i pensieri di suicidio
Se si formulano pensieri di suicidio è utile, dunque, in primo luogo parlarne con qualcuno. A questi pensieri non va data fiducia, ma non devono neanche essere sminuiti o sottovalutati.
Altrettanto importante è ricordare che molte persone fanno pensieri suicidari almeno una volta nel corso della propria esistenza, in corrispondenza di gravi crisi interiori o eventi avversi e drammatici della vita. Per questo, non bisogna sentirsi giudicati se si sta affrontando un disagio profondo.
La psicoterapia è la strada maestra per affrontare questi problemi ed evitare di assecondare l’istinto di suicidio.
In questi casi la psicoterapia è la via per migliorare le proprie capacità di resilienza, risoluzione positiva dei problemi e per modificare una visione distorta di sé e/o del mondo. Talvolta è necessario associarla a una terapia farmacologica prescritta dal medico psichiatra.
La nostra mente ha la capacità di rifiorire e la depressione, così come altri disturbi mentali o stati affettivi di profondo disagio possono essere risolti o, quantomeno gestiti in maniera più adeguata e funzionale seguendo le terapie e le indicazioni di medici e psicologi. Quanto più precocemente si chiede aiuto, tanto più rapido e efficace potrà essere il trattamento della malattia e si potrà tornare a essere padroni della propria vita.
Questo articolo contiene informazioni generiche e non sostituisce il consulto di uno psicologo professionista o di un medico psichiatra.
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