Fobia scolare: cosa fare se tuo figlio ha paura di andare a scuola
La fobia scolare è la paura che molti bambini, sotto i 10 anni, manifestano al momento di andare a scuola. Il problema può essere presente anche in ragazzi che frequentano la scuola media e superiore, anche se più raramente.
Si manifesta con crisi di pianto, nervosismo, somatizzazioni di vario genere: mal di stomaco, problemi intestinali, mal di testa, malessere generalizzato e nei ragazzini più grandi anche vertigini e nausea.
Bisogna essere attenti e non etichettare questo disagio come un banale capriccio, perché potrebbe nascondere un conflitto che il bambino/ragazzo sta vivendo e non sa come affrontare.
Perché la paura di andare a scuola
I motivi che inducono i bambini e i ragazzi a sviluppare e manifestare la paura della scuola sono da ricercare in classe o a casa.
Ad esempio, tra le cause scatenanti che possono appartenere all’ambito scolastico vi sono:
- episodi di bullismo da parte di compagni di scuola;
- problemi di relazione con l’insegnante;
- insicurezza e timore di non essere all’altezza di eseguire esercitazioni e compiti come gli altri compagni.
La situazione familiare potrebbe invece far nascere nel bambino stati d’animo come:
- l’ansia da separazione dal genitore;
- la paura che durante l’assenza dall’ambiente domestico possa accadere qualcosa di grave o irreparabile alla mamma o al babbo o ad entrambi.
A causa della pandemia, inoltre, possono esservi cause ulteriori di paura: il contagio, il contatto fisico, la condivisione degli spazi con altre persone.
Fobia scolare: cosa fare per aiutare i bambini e i ragazzi ad affrontarla
Non trattandosi di uno sciocco capriccio passeggero, la fobia scolare va affrontata per evitare che si trasformi in un disagio importante nel corso dello sviluppo e/o quando il bambino sarà adulto.
Temporeggiare, quindi, non è la soluzione. D’altro canto non si può neppure assecondare la paura della scuola, specie se questa compromette la frequenza delle lezioni e favorisce il ritiro dalle relazioni sociali. A questo si aggiungono le “lotte” quotidiane che inaspriscono i conflitti fra genitori e figli e minano la serenità familiare. Cosa fare, allora?
La cosa più importante è indurre il figlio a raccontare:
- il perché delle sue paure;
- cosa avviene di spiacevole quando è a scuola;
- i suoi stati d’animo;
- i suoi timori.
Molto importante: il racconto del bambino/ragazzo deve essere spontaneo e non bisognerebbe mai suggerirgli cosa dire. Solo attraverso una comunicazione libera, infatti, si può comprendere la vera causa del suo malessere.
I bambini, come i ragazzi, comunicano più volentieri quando non sono sotto pressione e si sentono liberi. Un atteggiamento paziente, comprensivo e accogliente li aiuta a tirare fuori le loro emozioni.
Individuate le cause scatenanti della fobia scolare, il genitore avrà la possibilità di intervenire in maniera mirata.
Se il supporto dei genitori non basta
In alcuni casi, soprattutto quando la causa della fobia scolare è da rintracciarsi a casa e non a scuola, il supporto dei genitori potrebbe non essere sufficiente o non funzionale. Può succedere, infatti, che la madre o il padre (o entrambi) si sentano coinvolti o colpevolizzati della paura del figlio.
In queste circostanze, allora, può essere più opportuno rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta specializzato in problematiche dell’età evolutiva. Esistono infatti modalità e tecniche specifiche per aiutare i bambini e i ragazzi a elaborare le emozioni attraverso il racconto, il disegno, il gioco, la narrazione. La paura è un’emozione e come tale, per superarla, va compresa e affrontata.
Inoltre, il sostegno e il supporto ai genitori e la loro collaborazione sono fondamentali per la risoluzione del problema.
Per saperne di più, contatta la psicologa dott.ssa Ada Antonelli
Le informazioni contenute nell’articolo hanno carattere generale e non sostituiscono il consulto di un professionista sul paziente