//Il pensiero positivo nasconde delle insidie

Il pensiero positivo nasconde delle insidie


Pensiero positivo anche in situazioni tragiche?

Il pensiero positivo è una modalità di approccio alla vita e ai problemi che caratterizza la  società odierna. Una sorta di mantra che ci convince a guardare sempre al lato buono delle cose e credere che tutto andrà bene.

Nulla di male in alcune situazioni. Anzi, riformulare i pensieri in maniera assertiva, ad esempio, è uno degli scopi della psicoterapia cognitivo – comportamentale.

Ma assertivo vuol dire anche equilibrato, aderente alla realtà e ai fatti.

Invece pensare sempre positivo nasconde delle insidie. Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo su questo blog. 

Il pensiero positivo e gli eventi negativi della vita

La vita non è sempre un sentiero pianeggiante. Alcune storie sono più amare di altre, alcuni periodi sono più difficili e stressanti di altri, alcuni eventi possono mettere a dura prova la nostra tenuta mentale. Nessuna parabola umana, comunque, può essere sempre ascendente, bella, piena e gaudente.

Nei giorni passati, la nostra regione Emilia – Romagna è stata flagellata dalle alluvioni. Migliaia di persone si ritrovano senza casa e hanno perso tutto. Il bilancio conta anche vittime e quindi anche persone che stanno affrontando un lutto improvviso. Uno shock individuale e collettivo che lascerà il segno anche psicologicamente.

Il pensiero positivo, in un contesto come questo, rischia di diventare uno strumento di distrazione, mentre invece abbiamo bisogno di elaborare le emozioni che derivano da questi eventi. 

Non sono emozioni positive: rabbia, frustrazione, disperazione, paura, ansia, lutto. Nessuno vorrebbe provarle. Eppure evitarle non è la soluzione, perché rischiano di sedimentarsi in un mondo interiore senza essere state accettate ed elaborate.

Un conto è evitare il nichilismo, un altro, invece è affidarsi alle “good vibes” (vibrazioni positive accompagnate dall’idea di vivere in un mood di totale positività e fiducia nella vita) osannate dal mondo social e portate all’esasperazione.

Pensiero positivo e pensiero magico

Da un certo punto di vista, il pensiero positivo non è così diverso dal pensiero magico dei bambini. Quando un bambino cade e si fa male, crede che il bacio della mamma o del papà possa guarirlo.

Pensare positivo sempre e comunque di fronte ad ogni situazione ci mette di fronte al rischio di credere che le cose possano sistemarsi magicamente. 

Uno dei rischi che si cela dietro questo approccio ingenuo alla vita è quello di ignorare i problemi. Li si lascia irrisolti, attendendo che si risolvano da sé. (Andrà tutto bene)

Purtroppo, le cose non funzionano così. I problemi vanno osservati, accettati, compresi e risolti con impegno. Questo dovrebbe essere il comportamento di un adulto capace di leggere oggettivamente la realtà e consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti. La società, invece sembra spingere verso un modello infantilistico della vita, in cui sono tutti felici, tutti bambini.

Panem et circenses

La locuzione latina ci ricorda i giochi che gli imperatori romani regalavano al popolo, assieme al cibo, per ammansirlo e renderlo “quieto”.

La nostra società martella su uno stile di vita gaudente e un pensiero positivo: vivi, divertiti, godi, prendi il massimo e pensa solo a te e alle cose belle.

Quando una credenza di questo tipo permea i costumi, ogni aspetto della vita quotidiana e diventa un elemento fondante della formazione di una generazione (o più), la collettività corre un grande rischio: quello di perdere di vista i problemi e le soluzioni. Ci si accontenta, si aspetta la magia, non si chiede di più, non si lavorare per cambiare le cose che non funzionano o renderle migliori. 

Questa è un’altra delle insidie che si nasconde dietro il pensare positivo sempre e per forza. Le insidie psicologiche sono quindi individuali e collettive, private e politiche. Forse è il momento di ripensare i modelli degli ultimi anni, spinti con grande enfasi dal social, e tornare ad una vita a misura d’uomo, dove anche i problemi e i dolori possano trovare il loro spazio e la loro dignità. 

Questo articolo contiene considerazioni generiche e non sostituisce il consulto di un professionista.