//La psicologia dei regali di Natale

La psicologia dei regali di Natale


Regali di Natale, il valore psicologico

Lo scambio dei regali di Natale è una tradizione ormai diffusa in tutto il mondo occidentale: un rito caro anche ai non cristiani, perché è alla base delle società umane.

Tutte le società, infatti, praticano lo scambio dei doni, soprattutto in particolari ricorrenze. Lo fanno sia le società primitive sia quelle tecnologicamente avanzate..

Dare e ricevere un regalo è un modo per testare o affermare la propria posizione sociale, ma anche per misurare i propri rapporti interpersonali.

Donare per esprimere potere

In alcune società primitive, il dono è un modo per esprimere il proprio potere. Generalmente, anche nelle nostre società sviluppate ricevere un dono troppo esoso, che non può essere ricambiato, spinge a sentirsi in debito.

Anche per questo, ad esempio, durante il rito dello scambio di regali a Natale, alcune persone si sentono a disagio nel ricevere doni in denaro. Il denaro, di per sé, esprime solamente un valore economico e non affettivo. Non è raro che chi riceve soldi in dono, li usi poi per acquistare un oggetto o un bene che può mostrare al donatore.

Vedendo l’aspetto negativo, persone inclini alla manipolazione, potrebbero utilizzare lo scambio dei doni come un’occasione per esercitare, più o meno consapevolmente, il proprio potere su un soggetto più debole, ad esempio, dal punto di vista economico.

D’altro canto, lo scambio dei doni, è un meccanismo a cui si è abituati sin da bambini. I piccoli sono coloro che ricevono la maggior quantità di regali, senza poter ricambiare. Da un lato questo afferma il ruolo degli adulti che dispongono di autonomia economica e di scelta, dall’altro, il dono ha una funzione educativa nei confronti dei bambini, che assimilano la tradizione, il senso sociale, affettivo e della reciprocità associati allo scambio dei regali.

I regali di Natale per rafforzare i legami familiari

Anche in famiglia, il regalo di Natale ha una funzione antropologica ben precisa: quella di rafforzare i legami tra i parenti.

Il Natale è, di per sé, la celebrazione della famiglia. A maggior ragione, oggi che la famiglia tradizionale non è più l’unico modello possibile, molte persone vivono con insofferenza questa festa e il suo rito dei doni. Infatti, da alcuni è sentito come un obbligo per essere parte del “clan”.

Al contrario, però, in chiave positiva può essere un simbolo per rafforzare un rapporto affettivo, di coppia, tra genitori e figli, tra fratelli o di amicizia, anche al di là del proprio ruolo all’interno di un nucleo familiare ristretto.

Lo scambio dei doni per misurare i rapporti sociali

Quando riceviamo un dono, cerchiamo sempre di attribuirgli un valore. Questo valore non è necessariamente economico (“quanto costa?”), ma può essere anche un valore affettivo. Ad esempio, un dono pensato che ricordi momenti vissuti insieme o che abbia un valore simbolico per il ricevente è segno di un rapporto affettivo sentito, vivo, ricco di confidenza.

La reciprocità dei doni, in questo senso, è molto importante sotto il profilo psicologico: nessuno vuole ricevere un regalo fatto solamente per dovere e nessuno vuole trovarsi nella condizione di ricevere un dono che non può ricambiare. A Natale, i regali vengono scambiati nello stesso momento. Questo evidenzia in maniera particolare la reciprocità dei rapporti e degli affetti.

Inoltre, non è raro che gli oggetti ricevuti vengano esposti o utilizzati in modo che il donatore possa vedere che sono stati apprezzati: mettiamo in atto questo comportamento soprattutto quando il regalo proviene da persone alle quali ci sentiamo particolarmente legati.

Il piacere di scambiare i regali di Natale

Al di là di tutte queste implicazioni sociali, antropologiche e psicologiche, c’è una base biologica che spiega perché le società umane pratichino lo scambio dei doni con piacere.

Ricevere un dono o fare un dono gradito, attiva il circuito cerebrale della ricompensa. Questo meccanismo è legato ad una sezione anteriore del cervello, la corteccia prefrontale.

Quando riceviamo un regalo oppure quando ci rendiamo conto che il nostro regalo è stato apprezzato, il cervello aumenta lo stimolo della produzione di dopamina. Questo ormone ci fa sentire felici e soddisfatti. Per intenderci, è lo stesso ormone che viene prodotto quando ci si innamora o quando si consumano oppioidi (la gratificazione può dare dipendenza).

Proprio per questo dualismo tra il piacere biologico di scambiare i doni e il disagio legato allo stress dei rapporti familiari e sociali, il Natale è una festa amata e al contempo detestata da (quasi) tutti. Questa complessità, dà ai giorni delle Feste quell’aura di ritualità che coinvolge anche i non credenti.


Per info contatta la psicologa dott.ssa Ada Antonelli