//Le Monstere-I Portali, metafora della vita come espressione del proprio sentire

Le Monstere-I Portali, metafora della vita come espressione del proprio sentire


Sara Ricci è un’artista che ha creato la serie di opere “Le Monstere”, composta da sette tele 30×40 dipinte in acrilico, tranne una, che rappresenta “La Realtà”, dipinta utilizzando olio e acrilico. Si tratta di pitture con diluenti diversi che non sono miscelabili nella stessa opera, a meno che non si rispettino i relativi confini. Solo la tela de “La Realtà” è dipinta con questa tecnica, che ha tempi più lunghi e difficoltosi di asciugatura, come la realtà. Quest tela fa da sfondo temporale alle altre tele in acrilico, caratterizzate da tempi rapidissimi di asciugatura, e porta con sé il “difetto” di essere stata creata con materiali non miscibili.

Simbolismo e metafore nei “Portali” di Sara Ricci

La serie rappresenta, attraverso la forma della natura, il percorso umano possibile. I Portali sono metafore della vita: passaggi attraverso i quali, in questo caso, una donna transita nella sua esistenza. Sono metafore della vita stessa, confini che si può decidere di attraversare o meno, ma sono emozioni o fatti che ognuno di noi si trova ad affrontare, inevitabilmente, nel corso della propria esistenza. Un capitolo a parte si apre sul concetto di maternità in questa opera, intesa come sentimento di maternità, non come accaduto fatto biologico.

Ogni tela è un immaginario portale verso l”Altrove” che concede un tempo di riflessione su ciò che ci attende al di là e ciò che viviamo al di qua.

Arte: specchio dell’animo umano e strumento di connessione profonda

L’arte, in tutte le sue forme, è l’espressione libera ed immediata del sentimento individuale, ed è da sempre considerata specchio dell’animo umano.

L’arte è anche un potente, immediato, strumento per esplorare e connettersi con la parte più profonda di noi stessi. È, poi, col successivo atto creativo materico che prende forma il sentire dell’artista che ha fatto quel percorso e lo rende, per così dire, pubblico, utilizzabile ed interpretabile da altre persone.

Arte e Psicologia: un connubio creativo per esplorare l’inconscio

Mi ha sempre affascinato l’arte, così come la passione per la conoscenza dell’animo umano, del pensiero personale intimo, inconscio, nascosto che si svolge ininterrottamente in ogni individuo.

È quell’insondabile della mente che ritrovo in ogni singola persona che incontro che mi affascina, la ricerca e l’osservazione di quel milionesimo di diversità che fa la differenza e lo rende unico: questo è il mio iniziale atto creativo come psicologo.

Credo che un bravo psicologo, oltre ad esercitare la sua professionalità attingendo a una cultura poliedrica, ad avere una profonda capacità introspettiva e una grande empatia, debba possedere uno spirito creativo per fare di un percorso terapeutico un’opera d’arte.

Psicologia come Arte: l’opera d’arte della consapevolezza

La terapia, come l’arte, incoraggia l’espressione di sé, delle emozioni e dei pensieri, in modi spesso non verbali.

Lo psicologo, come un appassionato d’arte davanti a un’opera, accompagna la persona nel suo viaggio di comprensione e trasformazione.

Con l’intento di comprendere e alleviare la sofferenza della persona che abbiamo di fronte, nella relazione terapeutica, è essa stessa che sviluppa una coscienza di sé e nulla diventa a quel punto, più prezioso di un’opera d’arte cosciente del suo atto creativo.

Attraversare i portali della vita: una trasformazione possibile

I percorsi terapeutici possono portare a una profonda trasformazione personale, aiutando a comprendere se stessi e il mondo circostante in un modo differente, spesso migliore. In terapia, come nell’arte, si utilizzano simboli e metafore per comunicare significati altrimenti non esprimibili con semplici parole.

Sia nella terapia che nell’arte si parte da un vissuto, passato o presente, per creare nuove memorie, attraversare “i Portali” e aprirsi coscientemente e volontariamente a nuovi orizzonti.