Paranoie: quanto sono diffuse?
Le paranoie sono stati mentali che ci portano a non aver fiducia negli altri e anzi a ritenere che gli altri
abbiano intenzioni cattive nei nostri confronti.
Spesso si tratta di condizioni psicopatologiche, ma la realtà è ben più sfumata. Forme non patologiche
di paranoia sono piuttosto diffuse nella popolazione, soprattutto in soggetti con determinate
caratteristiche psicologiche e con vissuti particolari. Anche l’ambiente sociale gioca un ruolo.
Vediamo nel dettaglio.
La paranoia come patologia
In forma patologica clinica, la paranoia è caratterizzata da delirio cronico, che si sviluppa in modo
coerente e che non inficia le altre capacità psichiche della persona.
In questo caso si parla spesso di schizofrenia paranoide, disturbo paranoide di personalità o manie
di persecuzione.
I più recenti studi suggeriscono che per arrivare a queste forme patologiche vi sia prima un continuum di
forme più lievi, anche in persone funzionali dal punto di vista psicologico.
Le paranoie non patologiche
Molte persone sperimentano un senso di sfiducia verso gli altri e sono indotte a ritenere che il mondo
esterno nutra cattive intenzioni nei loro confronti.
Secondo le ricerche, molto spesso queste convinzioni paranoiche (ma non patologiche) sono presenti in
persone caratterizzate da:
- bassa autostima;
- vissuti negativi di esclusione sociale;
- ansia.
Questo genere di paranoie, quindi, è strettamente legato alla paura dell’esclusione sociale e al
pessimismo. Se il vissuto personale ha un peso nello sviluppo di questi pensieri, anche il contesto
sociale e storico influisce in modo decisivo. Ad esempio, negli ultimi anni segnati da terrorismo, guerre,
pandemia ecc., i disturbi d’ansia, il pessimismo e le teorie del complotto sono cresciuti come risposta ad
un clima di sfiducia diffuso.
Come relazionarsi con chi mostra pensieri paranoici
Tirare una linea tra pensieri paranoici non patologici, disturbo d’ansia o disturbo paranoide della
personalità può non essere facile.
Se qualcuno ci riferisce, ad esempio, di subire mobbing, potrebbe dire la verità o potrebbe interpretarla
alla luce della sua sfiducia verso i colleghi.
I pensieri paranoici non patologici tendono a restare, comunque, nel campo delle possibilità
verosimili, mentre quelli patologici sono deliranti. Ad ogni modo, solo una diagnosi attenta può
circoscrivere il problema.
Quando un soggetto ha un disturbo paranoide patologico è importante intervenire con la psicoterapia e,
se il medico psichiatra lo ritiene opportuno, anche farmacologicamente.
Se invece un amico, un conoscente o un familiare, invece, mostra di avere pensieri paranoici non
patologici siamo di fronte ad una situazione molto comune. In questi casi il consiglio è di non bollare
subito le sue preoccupazioni come paranoie infondate, ma di cercare di entrare in empatia prima di
proporre una visione diversa e più lucida.
Sentirsi incompresi e rifiutati è una delle paure più grandi di chi sviluppa pensieri paranoici e teme
l’esclusione sociale. Un dialogo senza giudizi, invece, è una chiave possibile per aiutare una persona
psicologicamente funzionale a vedere la realtà circostante in modo più sereno e ottimistico.
Anche in soggetti non patologici la psicoterapia può aiutare per riformulare i pensieri che sono legati
all’ansia, alla paura del rifiuto e dell’esclusione, al pessimismo.
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Disclaimer: questo articolo contiene riflessioni e informazioni generiche e non sostituisce il consulto di un
professionista.