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Separarsi: quando è meglio che la coppia si divida?


Separarsi Fine della Coppia

Separarsi è un evento traumatico per chiunque, uomini o donne. La separazione o il divorzio sono scelte difficili, che vengono valutate e soppesate con attenzione soprattutto quando sono coinvolti i figli.

Proprio i figli sono, talvolta, il motore di una reazione che spinge i partner a ricostruire il rapporto. Una delle strategie può essere la terapia di coppia condotta con uno psicologo esperto.

In certi casi, però, separarsi è inevitabile ed è la scelta migliore.

Nessuno vorrebbe separarsi, ma tutti vorrebbero essere felici

Nessuna coppia vorrebbe separarsi. Ogni relazione costa un investimento di emozioni, sentimenti, tempo, energie. La rottura di una relazione è una sorta di fallimento di un progetto nel quale si credeva fino in fondo.

Tuttavia, le persone puntano al benessere. Quando la relazione diventa un luogo di malessere, deprivazioni e relazioni squilibrate, separarsi è la cosa migliore.

Perché le coppie si dividono

Spesso ciò che le coppie non riescono a superare sono mancanze sostanziali, e non i comportamenti superficiali o i tratti negativi del carattere dell’altro. Tra le cause di rottura, per esempio ci sono:

  • tradimenti, anche reiterati;
  • mancanza di interesse e di cura verso il partner e verso la famiglia;
  • bugie ed eventi che provocano la perdita di fiducia nell’altro.

Il tradimento

Il tradimento (e la conseguente perdita di fiducia) indica spesso un malfunzionamento nella coppia ed è quindi conseguenza di un rapporto già in crisi da tempo. È sempre qualcosa che si costruisce in due, nel tempo. Nei rapporti sentimentali, a volte si sceglie di ignorare chiari segnali che l’altro si lascia dietro, proprio nella speranza di essere scoperto. Un partner può avere la responsabilità materiale del tradimento, ma l’altro potrebbe “tradire” sotto altre forme: attraverso la trascuratezza emotiva, la svalutazione costante, l’indifferenza. In ogni caso, il tradimento lede il rapporto a due, rompendo un patto di fiducia, di lealtà, di intimità e di complicità. È uno stop, dal quale prendono forma un prima e un dopo, un’azione che mette in discussione tutto ciò che si era condiviso. Tutte le forme di tradimento non sono un attacco al “tu”, ma al “noi”, alla relazione. Nessuno può dare consigli su cosa è meglio fare, se perdonare o no, se lasciarsi o restare insieme. Solo prendendosi tempo per sé e rispettando quel “NOI” si può decidere cosa fare.

Relazioni pericolose: la gelosia ossessiva

Uno dei casi più noti di relazioni squilibrate tra i partner è quello della gelosia ossessiva che talvolta sfocia in esiti nefasti.

La gelosia è un sentimento normale in un rapporto amoroso. In alcuni soggetti può essere spiccatamente marcata, assumendo i tratti della nevrosi. In altri soggetti ha invece forme patologiche, ossessive e morbose che instaurano relazioni pericolose all’interno della coppia.

La gelosia ossessiva si manifesta con pensieri deliranti, ripetuti e paranoici. Questi a loro volta danno adito a comportamenti inaccettabili: pedinamenti, violenza psicologica o fisica, aggressioni, presa di potere sull’altra persona.

Se la coppia versa in queste condizioni, recuperare un rapporto sereno è quasi sempre impossibile e separarsi diventa una scelta obbligata. Purtroppo in casi di questo genere è frequente dover interpellare anche forze dell’ordine, centri anti-violenza, assistenti sociali. 

Relazioni distruttive

Le relazioni distruttive si hanno quando il partner è un narcisista e, dopo il fascino dei primi tempi, emerge la sua vera natura. Il narcisista, infatti, ha bisogno dell’altro per stabilizzare e rafforzare la propria immagine. Si nutre dell’altra persona per avere conferma di sé. Sceglie partner dipendenti con una bassa considerazione di sé che si annullano completamente per adattarsi a lui. Rinunciano ai propri bisogni, si adeguano fino all’autodistruzione credendo che sia l’unica via per vivere una relazione, a volte con la vana illusione che “se resisto ancora un po’, lui cambierà”.  

Il narcisismo in una relazione è tossico e dannoso perché genera sentimenti di angoscia, di paura, di disorientamento (per esempio pensieri come: “sono pazzo/a”). Il partner di un narcisista arriva ad un livello tale di annullamento e di fusione che non distingue più la propria persona.  La realtà oggettiva scompare e la quotidianità si gioca sulla manipolazione, sul potere di un “amore” patologico e distruttivo.

In alcuni casi, il narcisismo si manifesta in entrambi i protagonisti della coppia. In questi casi gli unici bisogni sono quelli individuali. Non esistono rispetto, complicità, obiettivi condivisi e la relazione non può avere che conseguenze disastrose. Potremmo dire che entrambi i partner sono allo stesso tempo vittime e carnefici.

Relazioni violente

Nonostante l’immagine convenzionale di “porto sicuro”, la famiglia o le situazioni di convivenza sono spesso luogo e teatro di conflitti, dolore, deprivazione affettiva, violenza. Tali condizioni si inaspriscono, aumentano di intensità, e si protraggono anche per anni. I figli sono vittime inconsapevoli.

Quando i conflitti fra i partner diventano insanabili e ci troviamo di fronte alla violenza assistita, non è solo necessario, ma è doveroso separarsi. Proteggere i minori dalle insanabili e disastrose conseguenze della vita in un ambiente violento, deve avere la priorità su tutto. Occorre andare oltre le infinite rivendicazioni, le accuse, la rabbia verso il partner, compagno o genitore, e tutelare la salute psicofisica dei figli. Anche in questi casi può essere necessario chiedere aiuto a un professionista, rivolgersi ai centri anti-violenza, alle forze dell’ordine o ai Servizi Sociali del proprio territorio.

Gli esiti nefasti di un’infanzia trascorsa in famiglie disfunzionali o “in mezzo” a partner che agiscono comportamenti gravemente conflittuali e violenti, sono dimostrati ampiamente da molte ricerche. Anche in terapia molti pazienti adolescenti e adulti evidenziano un blocco dello sviluppo emotivo e un suo dispiegarsi in problemi psicopatologici anche gravi

Finché c’è la coppia (IL NOI) è possibile evitare di separarsi

In sostanza, quando il conflitto fra partner è determinato da un problema di comunicazione, salvare la coppia è spesso possibile. La conditio sine qua non, però, è la volontà da parte di entrambi di rimettersi in gioco. Se invece non si ha più un obiettivo comune né la volontà e il desiderio di condividere la vita, allora non c’è più un “noi”, non c’è più la coppia.

In altri casi, come quelli sopra descritti, prendere in considerazione la possibilità di dividersi per salvare se stessi da una vita di umiliazioni e sofferenze, è sicuramente la scelta migliore, diventa un imperativo in tutti quei casi di maltrattamento e violenza assistita o, peggio, agita sui figli da un partner o dall’altro della coppia.

Rivolgersi a un professionista esperto in queste problematiche può essere di grande aiuto per gestire al meglio queste difficili e complesse situazioni.


Info e contatti della dott.ssa Ada Antonelli, psicologa